Università Cattolica del Sacro Cuore

Cenni storici

Il Dipartimento nasce come estensione interdisciplinare di una consolidata impostazione culturale e metodologica che si richiama sostanzialmente ai criteri professati da Mario Romani fondatore nel 1961 dell’Istituto di Storia economica e sociale e dell’Archivio per la storia del movimento sociale cattolico in Italia che poi hanno preso il suo nome. Sotto la direzione di Romani (1961-1975), l’attività dell’Istituto si è applicata alla ricerca sull’età moderna e contemporanea con rigore di metodo, originalità storiografica e particolare attenzione alle ricadute culturali e sociali del lavoro scientifico. La connessione tra la conoscenza storica e lo sforzo di comprensione dei problemi vitali del presente ha caratterizzato una qualificata scuola storiografica che si è dedicata allo studio dei punti di forza, degli elementi di stabilità e delle potenzialità dei processi di sviluppo considerati per i loro effetti economici, sociali e civili. Particolare attenzione è stata dedicata al mondo del lavoro e all’emancipazione integrale dei lavoratori considerandone bisogni, interessi e aspettative. Nel praticare il mestiere di storico, Romani e i suoi allievi hanno condiviso l’intento di far emergere dai caratteri e dagli andamenti dell’economia moderno-contemporanea le ragioni dei ritardi dei processi di sviluppo e della modernizzazione del nostro paese.

Sul piano didattico, inizialmente l’impegno di Romani e dei suoi collaboratori era riferito al corso di Storia economica (attivato nell’a.a. 1947/48 con Amintore Fanfani contestualmente alla fondazione della Facoltà di Economia e commercio). Nell’a.a. 1966/67 veniva attivato il Corso di Storia del movimento sindacale, tenuto per incarico da Sergio Zaninelli (già assistente volontario dal 1959). Dall’a.a. 1969/70 veniva attivato un corso di Storia economica italiana dall’unità nazionale, impartito dallo stesso prof. Romani.

Dopo l’improvvisa scomparsa del prof. Romani, nei trent’anni della direzione di Sergio Zaninelli (1975-2004) i collaboratori dell’Istituto hanno confermato l’impegno nell’uso critico delle fonti e a cogliere i nessi cronologici e causali dei fatti economici e sociali in un ampio spettro di indagini collettive e individuali volte a consolidare la rilevanza della storia economica nell’ambito delle discipline storiche. Sulla scorta degli studi di Romani, ci si è dedicati all’arricchimento non acritico delle conoscenze sulla complessa transizione lombarda e italiana dall’equilibrio agricolo mercantile sette-ottocentesco agli evoluti e contraddittori assetti della società industriale affermatasi nei primi decenni del Novecento. Di particolare rilievo gli studi collettivi sul catasto teresiano, sull’industrializzazione comasca e lombarda, la produzione di saggi bibliografici e di edizioni critiche di fonti inedite. La direzione di Sergio Zaninelli si è anche caratterizzata per aver rafforzato l’apporto delle indagini storico economiche a due generi storiografici troppo a lungo considerati minori: la storia del lavoro (in particolare del lavoro organizzato) e la storia del movimento sociale cattolico.

Dal 2004 al 2007 sotto la direzione di Alberto Cova l’Istituto ha confermato il patrimonio scientifico e culturale di una scuola accademica il cui impegno collettivo ha meritato un costante riconoscimento scientifico sul piano nazionale riscontrabile nell’approvazione e nella realizzazione dei progetti di ricerca di rilevanza nazionale. I criteri che hanno ispirato la direzione di Alberto Cova, e lo stile collaborativo e aperto della sua gestione, hanno consentito di avviare un percorso di integrazione disciplinare nell’ambito delle scienze storiche e geografiche che ha portato alla costituzione dell’attuale Dipartimento.