Università Cattolica del Sacro Cuore

Janusz Korczak – mostra fotografica

 "Non sto cercando di salvare me stesso, ma i miei pensieri" (Janusz Korczak)

La decisione maturata dal Parlamento polacco nel settembre 2011 di dichiarare il 2012 "Anno di Janusz Korczak" è legata a due importanti ricorrenze nella vita di questo celebre medico-educatore: il centenario della fondazione della "Casa dell'Orfano" in via Krochmalna a Varsavia e il settantesimo anniversario della tragica scomparsa di Korczak a Treblinka con i suoi duecento orfani e il personale dell'orfanotrofio.

Janusz Korczak (Varsavia 1878/79 - Treblinka 1942), pediatra, educatore, pedagogista, autore di narrativa per l'infanzia, poeta e libero pensatore del secolo scorso, è ricordato nella storia della pedagogia come fondatore, nel quadro storico-pedagogico dell'attivismo, di una moderna concezione dell'educazione e come organizzatore di istituti modello di tutela.

Il suo impegno costante nel promuovere una nuova idea di bambino basata sul riconoscimento del suo essere innanzitutto "persona" e dei suoi diritti, lo porta a elaborare la "Magna Charta Libertatis dei diritti del bambino", ideazione che gli permette di riconoscere al bambino soprattutto tre diritti fondamentali, da intendersi nel quadro generale del rispetto: quello alla morte, espressione di un Korczak pediatra ed educatore, inteso come diritto del bambino a morire serenamente e con dignità e come diritto alla sua vita presente (secondo diritto), cioè alla vita e non alla "morte sociale" e il diritto a essere quello che è (terzo diritto). Questa iniziativa, di pari passo alla significatività e alla profondità del pensiero dell'Educatore, lo ha fatto riconoscere unanimemente come il promotore della "Carta dell'Infanzia" del 1942 e soprattutto della "Dichiarazione dei Diritti del Bambino" del 1959, senza dimenticare la "Convenzione sui Diritti dell'Infanzia" del 1989. L'influenza feconda del pensiero korczakiano trova infatti espliciti riferimenti nell'evoluzione di queste tre "Carte" nella misura in cui queste, come Korczak, riconoscono al bambino non solo il suo "avere diritto", ma il suo "essere diritto", elevando la sua condizione da oggetto a "soggetto di diritto", principio ripreso in particolare nella "Convenzione ONU sui diritti del fanciullo" del 1989.

Testimone di "valori giusti" e promotore in molteplici contesti di un pensiero e di un credo pedagogico al servizio di un mondo migliore, Janusz Korczak attraverso il suo sistema educativo didattico-democratico e il suo amore totale e oblativo per l'Uomo e soprattutto per i suoi "figli" (lui stesso motivò la scelta di non sposarsi per poter considerare figli tutti i suoi bambini), ha saputo essere e diventare uno dei principali "educatori dell'umanità" del XX secolo.

La stampa in classe, il rispetto dei diritti e dei doveri del bambino e dell'educatore, il parlamento e il tribunale dei bambini costruito sul valore del perdono, insieme a "Le piccole conversazioni del Vecchio Dottore" e alla scelta consapevole e volontaria di seguire i suoi orfani nel loro destino di morte, consegnano al mondo attuale le perle dell'eredità di Korczak.

L'8 giugno 1942, poco prima di morire, quando i nazisti stavano per porre fine alle loro vite e alla loro "famiglia", i bambini della "Dom Sierot" fanno voto di coltivare "l'amore per gli esseri umani, per la giustizia, la verità e il lavoro", consacrando la loro bandiera verde dal quadrifoglio d'oro, simbolo di speranza, colore della natura. Questo gesto, insieme alla rappresentazione teatrale del dramma "La posta" di Rabindranath Tagore, rappresenta l'ultimo abbraccio di Korczak e degli educatori verso i loro bambini e verso un mondo bisognoso di umanità e di "bellezza".

Perché questa bandiera consacrata con sacrificio e desiderio di speranza, possa innalzarsi nuovamente fiduciosa nel cuore di chi desidera custodire le vite di questi piccoli grandi uomini, perché il silenzio e l'atrocità sappiano lasciare posto agli ideali di quella bandiera, l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, in occasione del 2012, "Anno di Korczak", ha raccolto questo appello scritto con il sangue di chi camminava fiducioso verso la morte, portando con sé una famiglia nel cuore. Per questo, l'Università in collaborazione con l'Ambasciata di Polonia a Roma, l'Associazione dei Polacchi a Milano e con il patrocinio dell'Ambasciata di Israele, ha deciso di ricordare l'"Educatore degli educatori" e i suoi orfani scomparsi nel campo di concentramento, promuovendo una serie di iniziative in loro memoria. Prima fra tutte, una mostra fotografica composta da pannelli e un filmato, dedicata all'Educatore, esposta nel periodo dal 2 al 15 ottobre 2012, seguita da un convegno e dalla proiezione del film "Dottor Korczak" di Andrzej Wajda a conclusione della mostra, lo scorso 15 ottobre. L'Università con la partnership dell'Ufficio Scolastico Regionale milanese, ha anche proposto un concorso che ha per tema "I diritti dell'infanzia", rivolto alle scuole sul territorio lombardo dei seguenti ordini: Primaria, Secondaria di primo grado, Secondaria di secondo grado, che si concluderà verso maggio 2013, durante una giornata in Università.

Attualmente un sasso che riporta la scritta in polacco "Janusz Korczak i dzieci" ("Janusz Korczak e i bambini") si trova nel luogo che vide concludersi tragicamente l'"ultima marcia" di Korczak e dei suoi piccoli che non temevano nulla, perché al loro fianco avevano un padre, l'educatore migliore che non li avrebbe mai abbandonati, mentre il loro unico pensiero era "fai la pipì, perché là non si può".