IL TEMPO

IL TEMPO IN AURA

Il tema del tempo nel testo di Carlos Fuentes è sicuramente uno dei temi più importanti e rappresenta un elemento fondamentale per la comprensione del testo. Fuentes infatti, nei suoi testi cerca di reinventare il passato attraverso l'immaginazione e di ricostruire con strumenti simbolici la storia nazionale sconosciuta alla coscienza collettiva. Ad esempio in Aura la protagonista attraverso la stregoneria inventa un tempo magico, non possibile realmente, in cui passato e presente paradossalmente coincidono.

Il tempo in questo testo può essere interpretato in diversi modi e suddiviso in molteplici aspetti: il tempo determinato e indeterminato, la vecchiaia e la giovinezza, il giorno e la notte, il tempo presente e della memoria, infine a livello stilistico.

 

IL TEMPO DETERMINATO E INDETERMINATO

Una prima divisione riguarda la considerazione del tempo come indicatore e punto di riferimento per lo svolgersi delle azioni all’interno del testo. Il tempo determinato, o cronologico, è associato all'esterno della casa e alla dimensione quotidiana. Felipe, all’interno della casa non riesce a percepire la prospettiva cronologica, perché non vi sono riferimenti temporali od orari, o se vi sono, si annullano, come dice Felipe stesso del suo orologio: "ese objeto inservible que mide falsamente un tiempo acordado a la vanidad humana". Inoltre anche i riferimenti atmosferici sono limitati, dati dalla luce solare, che gli permette solamente di distinguere il giorno dalla notte attraverso le ombre.

Il tempo determinato, infine, oltre a coincidere con il tempo presente, è anche il tempo passato, scandito da dettagliate descrizioni e annotazioni, da date definite e determinate che si trovano nelle biografie del generale Llorente, come ad esempio riguardo ai suoi viaggi in Francia o le vicende politiche del Messico.

Il tempo indeterminato, invece, si trova all’interno della casa, coincide con il tempo della memoria, come tentativo dell’anziana Consuelo di rivivere la propria giovinezza. Felipe non riesce a capire il tempo in cui si svolgono le azioni e nessuna di esse è mai certa, tutto rimane sospeso tra l'irrealtà e la realtà. Anche gli incontri con Aura sono avvolti sempre dal mistero. Il tempo all’interno della casa è scandito semplicemente dalla campana che determina attraverso il suo suono gli avvenimenti "reali" (come la colazione o la cena), in cui Felipe riesce a poco a poco a scoprire la relazione tra Consuelo e Aura e infine tutta la verità.

Nikka Pinzi

 

IL TEMPO DELLA VECCHIAIA E DELLA GIOVINEZZA

Il tema della vecchiaia e della giovinezza assume nell’opera di Carlos Fuentes una posizione centrale e molto importante, ricollegandosi al tema più generale e ampio del tempo. Infatti la giovinezza appare agli occhi della protagonista Consuelo un problema fondamentale. La sua esistenza ruota attorno allo smisurato e insistente desiderio di rimanere giovane, sconfiggere la vecchiaia e quindi la morte.

Il rapporto/antitesi tra vecchiaia e giovinezza può essere considerato come la volontà di superare i limiti e le capacità umane, di distruggere il tempo cronologico, o meglio di fermarlo, aspirando ad un desiderio estremo di eternità. La ricerca di Consuelo è infatti quella del dominio della natura, ma anche quella dell’amore, che vuole rivivere con suo marito, il generale Llorente.

Sotto questa luce è possibile comprendere anche alcuni elementi che ricorrono frequentemente nel testo: la sterilità di Consuelo e il suo desiderio di procreazione (di cui è simbolo il coniglio), come estensione di se stessa nel tempo. Oppure il colore verde: verdi sono gli occhi di Aura ed il suo vestito, che è indice di continuità, di rinascita E di vitalità .

La vecchia signora Consuelo riesce a perpetuare l’illusione di giovinezza eterna ricreando se stessa giovane nella misteriosa Aura, facendo rivivere così passato e presente nel medesimo tempo, in una dimensione nuova, enigmatica fatta di ricordi. La anziana immerge in questo mondo tutto ciò che la circonda, la casa in cui vive, e pesino Felipe, che si riscopre e si rispecchia nel proprio passato come generale Llorente, marito defunto di Consuelo.

Numerosi sono i riferimenti nell’opera; si veda per esempio il momento in cui le due donne, Aura e Consuelo sembrano fondersi incredibilmente nei movimenti e nei gesti:

"Miras rápidamente de la tía a la sobrina y de la sobrina a la tía, pero la senora Consuelo, en ese istante, detiene todo movimiento y, al mismo tiempo, Aura deja el cuchillo sobre el plato y permanece inmávil y tú recuerdas que, una fracción de segundo antes, la senora Consuelo hizo lo mismo".

Oppure quando Felipe scopre il reale motivo per cui Aura vive in quella casa, dopo aver letto le memorie del general Llorente:

"Sabes, al cerrar de nuevo el folio, que por eso vive Aura en esta casa: para perpetuar la ilusión de juventud y belleza de la pobre anciana enloquecida".

Solo alla fine il giovane ospite realizza che Aura è solo un'illusione, una fantasia manovrata da Consuelo. Felipe, nella stanza della giovane, crede di stingerla a sé, tuttavia si rende presto conto che non è più la ragazza che aveva conosciuto, ma l’anziana donna. "Aura vestida de verde, con esa bata de tafetá por donde asoman, al avanzar hacia ti la mujer, los muslos color de la luna: la mujer, repetirás al tenerla cerca, la mujer, no la muchacha de ayer : la muchacha de ayer – cuando toques sus dedos, su talle- no podía tener más de veinte anos; la mujer de hoy parece de cuarenta" .

Chiara Bianchetti

 

LUCE E OMBRA, GIORNO E NOTTE

Distinguiamo 2 spazi temporali: il giorno (la luce) e la notte (l'ombra):

IL GIORNO E LA LUCE

Il giorno, fuori dalla casa, è caratterizzato da luce e chiarezza, soprattutto nel momento in cui Felipe entra nella casa. Grazie al chiarore del sole che illumina la città, riesce a coglierne le sfaccettature e i segni dello scorrere del tempo; passato e presente sono ben distinti e si notano attraverso i cambiamenti subiti da alcune abitazioni che, per esempio, hanno cambiato il loro numero civico oppure sono state trasformate in negozi. All'interno della casa della calle de Donceles, la luce è pressoché assente, salvo nella stanza di Felipe, dove egli legge i documenti, dove vede il giardino sul retro, dove cioè sembra regnare l'assoluta tangibilità degli elementi. E' la luce del candelabro di Aura che gli permette di orientarsi; la luce è quindi una guida verso il mondo oscuro che supera la ragione e la logica.

Mariacristina Pedrini

LA NOTTE E IL BUIO

In casa regna l'oscurità che ha lo scopo di nascondere gli effetti dello scorrere del tempo che si riflette sulla signora Llorente. infatti le stanze sono buie, tutte uguali, descritte nella loro staticità, ferme nel tempo come per conservare gelosamente un ricordo passato. La notte è il tempo della rivelazione, dove Aura si concede, sicura di non essere compresa né vista appieno, conscia di poter essere scambiata per un'immagine onirica. L'unico elemento che permette di distinguere i diversi momenti della giornata è il suono della campana di Aura, che scandisce i momenti dei pasti, che si consumano alla fioca luce di una candela, grazie alla quale Felipe inizia a comprendere la simbiosi delle due donne e le vede compiere le medesime azioni.

Mariacristina Pedrini

 

IL TEMPO DELLA MEMORIA

Il bisogno di Carlos Fuentes di delineare un'identità nazionale, si riflette nella sua letteratura. Specialmente Aura è un esempio dell’importanza data dall'autore al tempo della memoria e del ricordo. Il protagonista, Felipe Montero, è uno storiografo: i suoi ricordi appartengono alla nazione, le date sono la sua memoria. Del suo passato si conosce solo il periodo vissuto in Francia come vincitore di una borsa di studio. La sua ricerca dell’identità popolare messicana, il suo desiderio di riscrivere la storia traspaiono dal progetto di elaborare un saggio che racconti chiaramente e correttamente le fasi della colonizzazione spagnola in America.

Un’offerta di lavoro lo porterà in una casa nel centro di Città del Messico, rimasta intatta fra tante trasformate in attività commerciali. In questa vecchia casa, dove tutto sembra essersi fermato, vive una donna, Consuelo, morbosamente legata ai suoi ricordi di gioventù, che vorrebbe far tornare per sconfiggere la vecchiaia e la morte. Infatti, intende far riscrivere e riordinare le memorie del marito defunto. Ma il suo delirio culmina con la trasposizione di se stessa da giovane: la creazione di Aura tramite riti e magie. La donna deve però, per riconquistare e far rivivere il passato, ottenere da Felipe una promessa eterna; egli deve starle vicino come fece il marito in passato. E’ grazie all’incantesimo di Aura, che seduce il giovane, che riesce a conquistarlo; egli assume infatti la memoria del generale, si riconosce in lui, persino si rivede in una foto antica dei due coniugi:

"Pegas esas fotografías a tus ojos, las levantas hacia el tragaluz: tapas con una mano la barba blanca del general Llorente, lo imaginas con el pelo negro y siempre te encuentras, borrado, perdido, olvidado, pero tú, tú, tú."

La memoria di Felipe diventa quindi quelle del generale, sostituisce la debole identità del giovane, vince il suo pallido passato. La completa identificazione si realizzerà poi nella scena finale quando, abbracciato a Consuelo, le promette di starle vicino per sempre.

Irene Bertuzzi

IL TEMPO DELLA NARRAZIONE

La caratteristica di questo romanzo è la narrazione in seconda persona al futuro. Il futuro indica una "previsione, nel senso di un’informazione anticipata, che porta in sé per forza di cose una certa carica di precarietà anche se in seguito, attraverso un’informazione supplementare si dovesse scoprire che il messaggio è stato trasmesso come di diritto".

Ma in questo romanzo il futuro dà anche un senso di predestinazione, come se per qualche rito si potessero guidare le azioni del protagonista, come se egli fosse destinato ad entrare in quella casa. Questa tesi è più probabile se si accetta che il narratore, che si rivolge al "tu" sia Consuelo. Infatti quando Felipe Montero si presenta a lei, questa sembra già sapere il motivo della sua presenza e la sua identità.

Irene Bertuzzi

IL TEMPO CICLICO

Nella casa della signora Consuelo il tempo non è lineare. Qui il ciclo della vita non si chiude con la morte, bensì si piega su se stesso e ricomincia. Un esempio rappresentativo si trova nel cap. 2, dove Aura è definita come una ragazza e nello stesso tempo come una bambina; nel cap. 4 viene descritta come una donna "e non più la bambina di ieri"; infine nel cap. 5 appare già come una donna consumata. Risulta quindi chiaro che dopo la sua presunta morte tornerà alla vita grazie a Consuelo.

Sappiamo che il tempo della casa dura 3 giorni e mezzo, ma le scansioni temporali risultano confuse. Normalmente ci si rende conto del passare del tempo grazie a tre elementi: la luce solare, gli orologi e la natura. Tuttavia nella casa non filtra la luce. Non c’è nessun orologio tranne quello che Felipe porta al polso e non c’è un giardino le cui piante possano indicarci il trascorrere del tempo.

Aura è l’incarnazione del tempo, è il tempo. I suoi occhi verdi come il mare fluiscono costantemente, si trasformano e offrono distinti paesaggi. Il tempo fluisce nei suoi occhi in modo molto veloce ed è anche per questo che la sua vita ha una durata di soli tre giorni.

Aura indica il tempo anche agli altri abitanti della casa. Essa utilizza una campanella di ceramica che fa suonare per indicare le ore dei pasti. Quando Felipe sente la campana guarda istintivamente il suo orologio come per accertarsi della verità. Tuttavia, il suo orologio non gli può offrire nessuno strumento valido di comprensione, perché è pur sempre un’invenzione dell’uomo. Alla pag. 58 si dice dell’orologio che è un "oggetto inutile che misura falsamente un tempo concordato con la vanità umana […] inventato per ingannare il vero tempo".

La luce non è mai chiara e forte; si parla di una luce grigiastra e filtrata nella stanza di Consuelo e di "luci disperse che si intrecciano nelle tue ciglia come se attraversassi una tenue rete di seta". La luce stessa, oltre al tempo, tiene imprigionato Felipe e quando la luce inonda la sua stanza, lui tenta di nascondersi fra le coperte. Cerca di scappare dalla luce, che è simbolo di ragione e verità. Solo alla fine, quando Felipe scopre e accetta che Aura e Consuelo sono la stessa persona, la luce entra nella stanza dell’anziana da un buco nel muro scavato dai ratti.

Il tempo reale sembra aver perso importanza così come le memorie scritte del generale Llorente. L'azione si svolge nel 1961 e possiamo calcolare che Consuelo abbia 109 anni e niente ci fa supporre che possa morire. In Aura lei rivivrà in eterno.

Silvia Scanzi

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