Università Cattolica del Sacro Cuore

Auguri Monsieur, ma così perdiamo tutti

E così il signor Bovè va infine sotto processo. Il pittoresco agricoltore francese che aveva capeggiato, almeno moralmente, la rivolta contro i McDonald´s, con la conseguenza di qualche incendio bisogna dire, che aveva affermato le ragioni della Francia rurale contro la omologazione mondiale dell´alimentazione, che aveva rappresentato la saldatura fra lo spirito ecologista postmoderno dei contestatori di Seattle e quello premoderno dei piccoli agricoltori schiacciati dai metodi e dai prodotti industriali, si trova a confrontarsi con la legge di uno Stato, quello francese, che lo giudicherà con molto imbarazzo. Con le sue rivendicazioni Bovè infatti non ha fatto altro che trasportare sul piano sociale e dello stile di vita una battaglia che su quello culturale la Francia ufficiale combatte con eguale vigoria e passione. 

Certo, dietro l´angoscia per il restringersi dell´area francofona nel mondo, per l´inquinamento della lingua da parte dell´inglese, e lo sforzo per mantener vitali le radici della propria tradizione culturale, ci sono da parte del governo anche ragioni di potenza che significano contratti e commesse, ci sono le ragioni dello Stato moderno e nazionale, ma in definitiva sono ragioni di cui si è nutrito, e cui è stato educato, certamente lo stesso Bovè. Micro e macro alla fine giungono a rispecchiarsi e la crisi del cittadino Bovè è la crisi della cittadinanza statale, travolta nei suoi confini e pretese dalla globalizzazione economica con i suoi annessi di cibi transgenici e di scarso riguardo per le ragioni dei più deboli e poveri. Una situazione in cui siamo tutti, noi dei Paesi ricchi, a volta a volta vittime e profittatori.

Quando l´Unione europea ha ammesso che il cioccolato si potesse fare anche con sostanze diverse dal cacao, ha dato una mano ai produttori nordeuropei di surrogati vari ma ha colpito l´economia dei Paesi africani produttori del cacao, cui poi magari si affanna a condonare qualche debito inesigibile.  Ma la vicenda Bovè insegna anche qualcos´altro. Basta frequentare un poco gli universitari francesi, non gli immigrati sradicati o dei giovani senza cultura, per rendersi conto che alle affermazioni di principio sulla purezza della lingua, o della cucina fatta coi prodotti dei vari signor Bovè, fanno seguito comportamenti di segno tutt´affatto diverso, fino al grottesco di sentir affermare che difendere il francese è una faccenda veramente «cool», elegante. E quanto ai McDonald´s si può immaginare che anche in Francia non ci vadano solo gli americani di passaggio. 

Certo si può simpatizzare con il signor Bovè e sorridere della confusione linguistica degli universitari, ma o si trova la strada per uscire dalla contraddizione dei comportamenti e dal gioco delle parti, o qualunque resistenza alla globalizzazione sarà vana. Non nego che le si potrà dare un volto più umano e che almeno le culture più forti e radicate sapranno contenerne gli aspetti più vistosi - che non sono necessariamente i più insidiosi, come la questione della soia transgenica che probabilmente stiamo usando nel momento stesso in cui ci sforziamo di esser più salutisti - ma alla fine sarà quella economica globale la logica vincente; perché secondo categorie meramente economiche noi stessi ragioneremo.  Ma come troveremo ragioni alternative, come sapremo valutare realisticamente vantaggi e costi - il linguaggio economico, ancora! - se non avremo una cultura politica all´altezza delle nuove sfide e condizioni del mondo.

Quando i nostri ineffabili ministri dell´istruzione non sanno far altro che pensosamente proporre l´uso del computer o la cultura del fare contro la tradizione umanistica che ci avrebbe corrotti - Berlinguer era esplicito in proposito - per rinnovare la scuola, possono poi anche tuonare contro la mondializzazione, ma la stanno di fatto praticando perché offrono strumenti senza istruzioni per il loro buon uso. Ha scritto un politologo inglese che «in un´era democratica sono i valori i punti di partenza per ogni credibile politica. E´ nel regno dei valori che la politica ha perso la sua strada e la sua capacità di parlare direttamente alle preoccupazioni ed emozioni di tutti. Ed è nel regno dei valori e dell´etica che noi dobbiamo trovare nuovi fondamenti per una vita oltre la politica» moderna e la sua crisi di fronte alla globalizzazione.

Auguri signor Bovè, ma che vinca lei o lo Stato francese, avremo altrimenti comunque perso.


01/07/2000