Università Cattolica del Sacro Cuore

E' Costanzo il grande fratello che ha manovrato nell´ombra

Non è vero, il Grande fratello non finisce oggi. E questa non è una minaccia, è molto di più, una tragica certezza. Basata sul fatto che il Grande Fratello è vivo, e lotta contro di noi. Come al grande vecchio che sarebbe stato dietro il terrorismo rosso sono stati dati tanti nomi, anche del Grande Fratello possiamo tracciare un identikit e tentare un´identificazione.  

Intelligente, spregiudicato, abile nella gestione e manipolazione dell´opinione pubblica, potente tanto da esser ascoltato da Mediaset, esperto di media e di denaro, uomo dai mille volti e seduzioni: questo il ritratto di chi ha trasformato una trasmissione a rischio nella matrice di un sistema capace di replicarsi all´infinito e di mutarsi incessantemente.   Non ci credete al grande vecchio del grande fratello? Sbagliate. Osserviamo i fatti. Eccoli i nostri Rocco, Roberta, Pietro e Marina, e tutta la poco allegra brigata uscire di scena e subito riapparire al Maurizio Costanzo show, poi farsi modelli da copertina, quindi sbucare a Domenica In, e di nuovo annunciare l´entrata teatrale o cinematografica, e poi trasmutarsi in commentatori sui giornali, e concedere interviste, e le loro mamme con loro, e spargere perle di saggezza di qua e di là.

Mentre sul fondo un ronzio di telecamere già annuncia «Survivor» e dietro le quinte si agitano i fantasmi del «Grande Fratello 2».  Ma vi pare che senza una mano occulta a dirigerli sarebbero stati capaci i nostri poco prodi ragazzuoli di programmare tutto questo da soli? Che sarebbe bastata l´acculturazione rapida portata loro in dono con il suo cesto di libri dalla «fatina» ministra Melandri  per trasformare tanti anatroccoli senza né arte né parte in accorti gestori della propria immagine e dell´eco d´una trasmissione per loro come minimo imbarazzante?   E´ vero, c´erano il confessionale e le sedute di direzione poco spirituale dei servizi segreti (certo quelli deviati) di Mediaset a suggerire mosse e modi, ma si sa, anche ai servizi televisivi quando non si serve più si finisce scaricati. E qui invece la strategia della tensione mediatica continuava dopo la fine catodica dei protagonisti nelle votazioni al massacro.  

No, è inutile, un Grande Fratello ci vuole. E l´identikit secondo me si attaglia proprio bene a un insospettabile come Maurizio Costanzo. Un giorno amico dei grandi burattinai, il giorno dopo consigliere di D´Alema e quello successivo di Mediaset. Sempre visibile, sempre in primo piano. E si sa che è questo il modo migliore per non farsi davvero notare e scoprire. Apparentemente solo servizievole complice con il proprio show di una strategia a lui superiore, in realtà burattinaio lui stesso della medesima, e degli sgambettanti e accorrenti protagonisti.   Poverini, chissà fra un anno quanti saranno sopravvissuti a se stessi e al proprio quarto d´ora di celebrità, e vagheranno sulle reti locali a ripetere irrigiditi nello stereotipo il proprio piccolo numero, a confessare i sempre più minimi pensieri e bugie, a commentare come vecchie glorie un poco rimbambite i protagonisti dei nuovi programmi che il Grande Vecchio avrà tratto dal pozzo di San Patrizio del primo Grande Fratello. Perché le copertine di Marina sbiadiranno e i muscoli del Taricone infiacchiranno, e l´ottusangolo sarà dimenticato, ma Maurizio Costanzo, o chi per lui, continuerà a provvedere a noi.   Non gli sfuggiremo. Anche perché, vedrete, la Rai pure qualcosa farà. Per fortuna ci sono le cassette, e se non vi va un buon libro, ci rimangon sempre le «Ombre rosse» di John Ford come antidoto. E chissà che persino Fantozzi non sia costretto a rivedere il suo giudizio sulla corazzata Potemkin.


22/12/2000