Università Cattolica del Sacro Cuore

Niccolò Tartaglia

(Brescia, 1500 –Venezia, 1557)

Niccolò Tartaglia, secondo la denominazione da lui stesso adottata dopo il ferimento del 1512, visse e operò nella prima metà del Cinquecento.

È famoso per alcuni contributi fondamentali alla matematica, come la soluzione algebrica delle equazioni cubiche, e alla fisica, come lo studio del moto dei gravi applicato alla balistica.

Matematico autodidatta, è considerato uno dei più importanti matematici del‘500. Il suo vero nome era Niccolò Fontana ma è universalmente conosciuto col soprannome affibiatogli per via della balbuzie che lo afflisse da quando, ancora ragazzo, fu gravemente ferito alla gola da un soldato francese durante il sacco di Brescia del 1512.
Insegnante di matematica a Verona nel 1521, nel 1534 si recò a Venezia dove rimase fino alla morte.

Diede un importante contributo alla soluzione delle equazioni di terzo grado che non rese mai pubblica. Dopo numerose insistenze rivelò a Cardano il suo metodo e costui, contravvenendo alla promessa fatta a Tartaglia, lo pubblicò nel 1545 nell’Ars Magna.

L’enorme sviluppo dell’artiglieria fu una caratteristica fondamentale del secolo XVI. Essa determinò lo sviluppo di studi teorici relativi al moto dei proiettili che videro Tartaglia come massimo cultore. Egli, infatti, nel 1537, scrisse la “Nova Scientia”, la prima opera di balistica teorica, dove si trova il riconoscimento della curvatura della traiettoria di un proiettile.

Nel 1543 pubblicò a Venezia la prima traduzione italiana degli Elementi di Euclide e una edizione latina delle opere di Archimede.

Tartaglia è ricordato anche per avere formulato la regola algebrica conosciuta come Triangolo di Tartaglia.