Università Cattolica del Sacro Cuore

La replica di Cesare Mozzarelli ad Amedeo Amadeo

Il problema non è di avere nostalgia del passato, anche perché la fine della prima Repubblica è avvenuta per consunzione e logoramento dei suoi stessi protagonisti. Quello che mi preoccupa, e di cui parlavo, è la fatica con cui nasce la seconda per le oggettive difficoltà della politica nell´età della post-modernità in cui siamo ormai entrati.

Certo, nessuno aveva promesso il bipartitismo, ma è sicuro che favorisca il bipolarismo la dispersione attuale dei partiti (a quanti siamo: sopra i 20 o oltre i 30)?

Cosa significa partito a questo punto? Come ha scritto Vittorio Angiolini su questo giornale, pare di assistere solo a movimenti di truppe parlamentari, non a opzioni di valori e di programma.

Dopo la guerra le questioni dibattute dalla Bicamerale vennero risolte in pochi mesi.

Come mai oggi invece queste «benedette riforme» sono così difficili e incerte? Non sarà perché l´ispirazione dei partiti è molto più debole e di conseguenza molto più difficili sono i compromessi pratici necessari per arrivare ad un testo comune?

E poiché l´on. Amadeo parla di Governi con un programma, mi sa dire come farli in questa situazione? E come mai poi di questi programmi si parla così poco? Quale sia ad esempio quello dell´opposizione come Polo, non mi è a tutt´oggi molto chiaro.

Dice l´on. Amadeo che il programma di An è stato molto apprezzato. Certo si è parlato, e bene, di un Fini «socialdemocratico»: questo legittima forse An, ma dubito che renda riconoscibile il programma di un partito che al tempo stesso si dice di destra.

E quanto ai valori, credo che l´elenco dell´on. Amadeo possa essere sottoscritto, oltre che da chi scrive, da quasi tutti i partiti e non mi sembra identifichi tuttavia una piattaforma specifica per An.

Purtroppo il problema della politica, nel tempo della post-modernità, va oltre i singoli partiti e dubito sia possibile riconfermare, con tutta la buona volontà, una singola forma partito in questa situazione.

Mi sembra che se accettassimo le comuni difficoltà come proprie di ciascuno, faremmo già un primo passo avanti per superarle.


13/03/1998