Università Cattolica del Sacro Cuore

Quant´è in salita la via italiana per la seconda Repubblica. Amedeo Amadeo a proposito dell´articolo di Cesare Mozzarelli «Politica, è tutto un programma»

Ho letto l´articolo di Cesare Mozzarelli «Politica: è tutto un programma» e mi sono stupito che tra i tanti dubbi (non c´è più fondamento metapolitico, c´è negazione di ogni tensione spirituale, tutto è solo una vicendevole legittimazione tra destra e sinistra, ecc.) non ci sia la domanda più semplice: «Ma questo programma, come e quando lo realizzate?».

A me sembra che questa sia la vera questione che sta a cuore agli elettori, che vogliono dai partiti serietà di intenti e concretezza di realizzazione.

La vera ragione del rifiuto di quella stagione politica, che Mozzarelli sembra un po´ rimpiangere, sta nel fatto che i programmi venivano sempre declamati, assieme a grande idee e sommi princìpi, ma mai verificati. La Democrazia Cristiana si reggeva sull´esclusione «a priori» della possibilità di Governo di sinistra e destra, e faceva e disfaceva alleanze con i partiti di centro, semmai soggetta al condizionamento dei socialisti.

Quella situazione immobile ha dapprima prodotto la ricostruzione del Paese, ma poi ci ha lasciato in eredità la corruzione, la grave carenza di riforme e di infrastrutture, un debito pubblico enorme.

Tutto ciò perché, al di là della buona o cattiva volontà dei protagonisti, è mancata l´alternanza, ovvero la possibilità di scegliere tra due programmi diversi, di avere un Governo che duri il tempo necessario per realizzare quanto promesso agli elettori, di giudicarne l´operato dopo cinque anni, decidendo se confermarlo o cambiare squadra.

Per avere queste condizioni elementari di democrazia «europea», occorre che i due poli che si confrontano siano avversari, non nemici, che i cittadini possano appunto scegliere tra programmi senza la paura di cambiare ogni volta le regole, il «sistema».

Questo è il bipolarismo che Alleanza Nazionale ha fortemente riaffermato a Verona. Ciò significa per noi rafforzare il Polo di centro-destra e contrastare ogni tentativo di ricreare un centro ondivago, che si allea ora da una parte, ora dall´altra, al solo fine di tenere il potere. Ciò significa anche l´esigenza di fare queste benedette riforme, per stabilizzare il sistema politico italiano: il fantomatico «asse» Fini-D´Alema non esiste, perché An e Pds sono fortemente alternativi. Esiste solo una volontà comune (ma non solo a loro, anche a Berlusconi e a Marini) di stabilire le regole del gioco e di passare alla seconda Repubblica.

Quanto al programma, pensiamo di aver dimostrato che il nostro, a Verona, lo abbiamo approfondito e discusso, ed è di breve e medio termine, per presentare ai cittadini idee e cifre, proposte concrete e fattibili. Il programma di Alleanza Nazionale ha raccolto i commenti rispettosi di opinionisti anche distanti dalla nostra parte: si può certo non condividerlo, ma si deve riconoscere la serietà e anche l´originalità di molte impostazioni.

Infine le ideologie: a parte il fatto che il termine non è mai piaciuto al pensiero di destra, e che per contro il Governo dell´Ulivo sta in piedi solo grazie al sostegno di un partito fortemente e duramente ideologico quale è Rifondazione, va comunque detto, a scanso di equivoci, che Alleanza Nazionale, «partito di programma», non ha dimenticato i valori. L´identità nazionale, la famiglia, la difesa della vita, il desiderio di una convivenza ordinata, la tutela dell´iniziativa privata, la solidarietà ai più deboli, vanno oltre un semplice programma: sono le ragioni della nostra attività politica, che supera la semplice gestione della cosa pubblica.


13/03/1998