Università Cattolica del Sacro Cuore

Fra vinti e vincitori tutti sono rimessi discussione

Le scuole in gita a Praga, criminali, clandestini e prostitute slave in Italia: questi sono forse gli effetti più quotidiani e comuni della caduta del Muro di Berlino. In modi diversi dicono della tendenziale riunificazione d´Europa, nei suoi aspetti migliori e in quelli peggiori. La Praga  di un libro famoso, uno dei luoghi simbolo della cultura europea pienamente recuperata, nuovamente visibile e vivibile senza l´angoscia che sempre prendeva sottilmente di là dalla cortina di ferro in quegli Stati di polizia ove parole e comportamenti erano costantemente a rischio di interpretazione, tanto più per gli interlocutori locali. E dall´altra parte nell´esplosione di quelle società ipercontrollate e dei loro miserabili equilibri, la scorciatoia criminale, quando voluta e quando subita, verso la luccicante apparenza occidentale. 

L´abbiamo sperimentato sulla nostra pelle che significhi uscire prostrati da una dittatura anche se non amiamo ricordare le «segnorine» che si offrivano ai soldati americani e i traffici selvaggi dell´immediato dopoguerra. Non dobbiamo rassegnarci a tali fatti oggi, ma nemmeno possiamo stupircene. Troppa la differenza fra qui e là perché la pressione non cerchi sfogo e come allora fu il normalizzarsi della nostra situazione a far regredire il fenomeno, così soltanto l´attenuarsi del disagio a Est porterà sollievo a Ovest. E noi dobbiamo offrire speranza per questo: la sponda offerta al Montenegro in questi giorni ha avuto come effetto immediato una maggiore collaborazione di quella polizia con la nostra italiana e ha reso già un poco meno sicuri i traffici illegali e il contrabbando in primo luogo. Né va dimenticato che se per clandestini e prostitute non ci fosse un mercato, se non ci fossero italiani interessati a comprare quanto gli uni e le altre offrono, evidentemente non ci sarebbero nemmeno loro.  In ogni modo con la caduta del Muro l´Europa ha smesso di essere quella occidentale soltanto e qualunque progetto di unione europea non potra che camminare su due gambe, e respirare con due polmoni. Lo stesso dibattito sull´identità europea ne uscirà arricchito potendo integrare direttamente nella riflessione la componente orientale con le proprie specificità storiche, culturali, religiose.

Pensiamo ancora una volta a Praga e a quanto può darci l´esperienza sapienziale di un Havel, già intellettuale sospetto e incarcerato, o di un cardinale Vlk, per anni lavavetri prima di diventare presidente della Conferenza delle Conferenze episcopali europee.  Se quelli cui abbiamo accennato sono effetti di visibilità della caduta del Muro, non meno clamorosi sono gli altri che si sono manifestati per sottrazione e scomparsa. Sì, sono poveri, ma lo sono tutti: questa era una tipica affermazione a difesa delle società comuniste dell´Est. La fine di quei regimi l´ha resa impossibile. Sia perché gli abissi di miseria e cinismo sulla pelle della gente che sono emersi sono stati troppo grandi, sia perché si è constatato, che come ne «La fattoria degli animali» Orwell aveva lucidamente preconizzato, c´era sempre qualcuno più uguale degli altri in quei sistemi di socialismo realizzato, e per lui nomenklatura di partito per lo più, non valevano le restrizioni imposte agli altri. E l´effetto erano ad esempio una disastrosa incuria ecologica pagata dalla popolazione e il disfarsi della società là dove vi era un informatore della polizia segreta ogni cinquanta abitanti (lattanti compresi) come nella Ddr o ancora piu come in Romania. Un paese dove si arrivava al crimine delle trasfusioni di sangue infetto dal virus dell´Aids ai bambini per allontanarne la morte immediata e alzare per incanto gli indici sanitari.  E vero, anche i francesi hanno lasciato usare sangue non sicuro per avere il tempo di mettere a punto i propri test e salvaguardare l´industria nazionale, e agli inglesi per motivi di profitto, pure, dobbiamo il rischio del morbo della mucca pazza.

Il nostro mondo non è né giusto né perfetto, ma dopo la caduta del Muro quello di là ha definitivamente cessato di rappresentare un´alternativa e in quello specchio invece della virtù abbiamo scorto l´esemplificazione al peggio dei nostri vizi.  Con la caduta del Muro è finito insomma anche il tempo delle utopie, e con esso quello della modernità. 1789-1989 sarà presumibilmente una delle future scansioni del tempo storico, dalla presa della Bastiglia alla caduta del Muro (e sarà meno ingannevole dell´accentuazione sul solo Novecento proposta per le scuole). Non che tutta la modernità vada letta in chiave negativa, sia chiaro, ma dopo il 1989 appare evidente che il progetto illuministico della pubblica felicità non regge più. Né lo Stato né il mercato, né le supposte razionalità del progetto dall´alto o della spontaneità economica, funzionano. E le terze vie sono per definizione compromessi ragionevoli al più e non razionali; e dunque con obiettivi limitati e provvisori: altro dalle promesse assolute per le quali la modernità si è legittimata. 

La caduta del Muro ha insomma rimesso in discussione vincitori e vinti di quella battaglia, nessuno escluso. E però non vorrei finire su una nota cupa. La caduta del Muro ha prodotto anche miracoli gioiosi, almeno per alcuni ed è doveroso ricordarlo. Quando mai senza il dissolversi dei regimi dell´Est i comunisti occidentali, pagato- e non sempre- il modesto prezzo del mutamento di qualche insegna e di qualche silenzio sul proprio passato avrebbero potuto andare al governo? Quando D´Alema sarebbe mai diventato premier, e quando Cossutta sarebbe entrato nella stanza dei bottoni? Che nemesi! Gli eredi non sempre e forse nemmeno del tutto pentiti della loro storia, che riescono grazie alla fine della stessa là dove appoggiandosi ad essa non sarebbero mai riusciti. E per far politiche diverse da quelle che prima propugnavano. Che avesse ragione Marx quando scriveva che la storia se si ripete lo fa in farsa? In ogni modo, meglio così, e ringraziamo il cielo che almeno il Muro non lo lasceremo in eredità ai nostri figli.


09/11/1999