Università Cattolica del Sacro Cuore

L´incubo di un passato che non passa


La prima reazione di fronte alle carte Mitrokhin è di sconforto corporativo. Nemmeno un collega, l´Università completamente ignorata almeno nelle liste delle P2 c´era un rettore qui nessuno. È una vergogna. Perché solo a Cambrigide si devono reclutare e le spie e i capi del controspionaggio ? Reclamiamo la par condicio. E speriamo che almeno la Cia abbia pensato a noi. È vero che pure altre categorie sono praticamente assenti: i dirigenti industriali, gli operai, gli imprenditori ad esempio, ma è una magra consolazione. Sembra che per li Kgb la società italiana si risolvesse in partiti, giornali e ministeri. Era una miopia dell´osservatore, o una effettiva debolezza delle nostre articolazioni civili e culturali?  O è l´effetto della frammentarietà e casualità dei materiali che l´archivista del Kgb ha trascritto? Alla fin fin per lui non doveva essere facile estinguere l´importante e il futile fra tutte le carte relative a un paese come l´Italia di cui probabilmente non sapeva quasi niente.

Il che ci induce a ritenere che quanto ha trascritto possa essere solo la punta dell´iceberg e che molto altro emergerà in futuro. È uscito di recente un volume sulle relazione dell´ambasciatore sovietico a Roma al principio degli anni Cinquanta e i risultati di conoscenza e comprensione delle scelte del Pc e i condizionamenti sovietici sulla sinistra italiana sono stati notevolissimi. Molto maggiori di quelli che emergono dalle carte Mitrokhin. E però queste hanno provocato reazioni ben più agitate.

Pensiamo a D´Alema, uomo certo non stupido nè sprovveduto, e al suo Governo i quali hanno goffamente cercato di bloccare una pubblicazione che pure un bambino sapeva essere ineluttabile e questione di giorni. Perché dire, come d´Alema ha detto non c´è una lista quando la lista c´era? Perché virtuosamente negare alla «piazza» - che sarebbero poi i cittadini elettori - la possibilità di un giudizio politico quando sulla contrapposizione fra il Palazzo cattivo e la Piazza buona si era giocato per anni alla delegittimazione degli avversari che non si riuscivano a sconfiggere nelle elezioni? Ci voleva poco a immaginare che a parti rovesciate quella pratica si sarebbe ritorta contro chi tanto spregiudicatamente l´aveva utilizzata. Perché manifestare tanto irritante zelo pedagogico nello spiegare ragioni alla riservatezza manifestamente fondate sulla sabbia? E però D´Alema ha fatto ricorso a tutta la sua esperienza per guadagnare alla fine pochi giorni. A meno di immaginare che per qualche motivo anche quelle poche ore fossero vitali per il Governo - e se così fosse l´inevitabile scandalo futuro lo travolgerebbe - si deve pensare che tanto sforzo, ridicolizzato in breve dagli eventi, fosse dovuto a un imbarazzo reale, al panico di trovarsi improvvisamente di fronte al proprio passato. 

L'ha riconosciuto bene Occhetto, il quale pure non è senza colpe. Il fatto che gli eredi del Pc non abbiano mai davvero e fino in fondo fatto i conti con la loro storia, abbiano preferito allontanarla da sé, rimuoverla insomma, piuttosto che riconoscerne non solo limiti contingenti ed errori periferici ma il suo tragico fondarsi su una prospettiva antropologicamente sbagliata, su una cultura manipolatrice e autoritaria, fa sì che quel passato li perseguiti. E così fantasmi ridicoli atterriscono un duro come d´Alema. Quale può essere infatti la sorpresa nel trovare che il Pc era finanziato da Mosca: ma era già stato detto, e comunque era ormai senso comune; o che Cossutta o Capelloni informavano i sovietici. E di chi questi meglio si potevano fidare? Tra le spie e devono essere evidentemente degli insospettabili, ma anche gente amica, contatti garantiti da una collaudata militanza. Fra i molti materiali usciti dal Kgb ci sono stati negli anni passati quelli relativi ai Rosemberg e alla rete di spie dei segreti atomici americani subito dopo la guerra. Il collegamento fra di loro quando non era di tipo familiare dipendeva per lo più dalla comune militanza comunista negli anni Treta. E a proposito, Rosemberg era davvero colpevole di spionaggio, la moglie in modo molto marginale. Però anche su questo in America e in Inghilterra sono usciti libri e polemiche.

Da noi quasi niente. Nessuno ha fatto i conti con quegli appelli senza dubbi per i Rosemberg vittime innocenti delle perfide macchinazioni della Cia che uscirono allora.  Il che ci riporta una volta di più al discorso che si faceva prima. Fino a quando non abiureranno esplicitamente alla cultura comunista - e uso il termine abiura perché è il più forte ed emotivamente carico che mi viene in mente - gli eredi del Pc saranno vittime del loro passato e si condanneranno a non poter rivendicare davvero nemmeno quanto di buono vi può essere stato in esso.   Dovranno vivere senza memoria e saranno condannati a scimmiottare gli antichi avversari: il Veltroni travestito da Kennedy «de Roma» e il caso più patetico. Ma gli esiti sono poi spesso tragici. L´abbiamo visto nella incapacità di riarticolare le garanzie sociali ai più deboli di fronte alle richieste di flessibilità, l´abbiamo visto nei progetti scolastici di Berlinguer che traducono in pragmatismo «americanese» l´antica diffidenza comunista e marxista per la tradizione culturale europea e la libertà di pensiero.  Ha scritto Milan Kundera, che di regimi comunisti se ne intende che la lotta per la memoria contro l´oblio è la lotta per la libertà contro il potere. I Ds la facciano propria e libereranno l´Italia dal peso di un passato che non passa, se stessi dall´inquietudine panica per tutto ciò che lo educa, il dibattito sui modi per costruire il futuro comune da una ipoteca che impedisce di volare alto e guardare lontano.   E anche nel loro interesse di partito è evidente. Ma allora perché loro e i loro antichi compagni di strada cattolici e socialisti non lo fanno?


13/10/1999