Università Cattolica del Sacro Cuore

Sanremo, si alza il sipario, canzoni ma anche salotto

Maledetto Eco, inteso come Umberto. Da quando ci ha spiegato molti anni fa che anche Mike Bongiorno era un fenomeno culturale e che tutto era segno di qualcos´altro, quanto era leggero è diventato pesante e viceversa. Prendiamo il Festival di Sanremo. Era un concorso di canzonette. Le persone veramente serie non se ne occupavano - o almeno così dicevano - e i più ci si divertivano. Poi si è scoperto che era espressione importante della cultura nazionalpopolare e che la musica leggera nascondeva in sé la profondità. E andava presa sul serio.

Come la guerra che è troppo seria perché se ne occupino i militari, così il Festival perché sia affare di musici e cantanti. A questo punto le canzoni non possono bastare a se stesse, uno spettacolo tanto serio ha bisogno di essere alleggerito. Infatti da anni le canzoni che vincono non interessano a nessuno, e quelli che le cantano scompaiono dalle classifiche. Diventa importante trovare il bravo presentatore, direbbe Frassica. E poi le vallette, gli ospiti e tutto quanto può fare spettacolo. Compreso quel che si credeva serio e che invece, essendo segno di qualcos´altro anche lui, sappia diventare leggero. Avanti allora il Premio Nobel, vecchietto arzillo il quale finalmente può dir la sua come tutti sull´amore o sul tempo. Avanti addirittura il politico, la persona per definizione più seria occupandosi del bene comune. Manca solo un cardinale, ma chissà che non si trovi. E già il politico Gorbaciov non è male. Altro che Prodi dalla Zingara - io vado solo a trasmissioni adeguate, aveva garantito a suo tempo santuosamente - o D´Alema a fare il ragazzo che amava i Beatles e i Rolling Stones a fianco di Gianni Morandi. Fabio Fazio, il bravo presentatore, sa che per ottenere un effetto davvero leggero ci vuole il massimo di profondità. Dunque non qualcuno che strisci a sproloquiare di oroscopi o canzonette, ma che - come Gorbaciov ha garantito - parli ai giovani della pace nel mondo e del futuro, del bene e del male. E a maggior garanzia di divertimento - e perché qualcuno non si confonda e non pensi di assistere a una trasmissione seria - accanto a lui la famosa gente comune. E avanti sul palco la pensionata e il macellaio, la maestra elementare - attento Fazio che con la penna rossa la profondità nazionalpopolare è di nuovo in agguato - e non so chi altri ancora. Niente sia come è, tutto come vi pare, l´alto basso, il ridicolo serio, lo scienziato giullare, il politico imitazione di se stesso. Unica certezza  il mezzo è il messaggio. La televisione è l´unica realtà sicura: è condensata, omogeneizzata, senza rischi e senza tragedia. Solo spettacolo. Ma se tutto si confonde, quando saremo sicuri di poterci davvero divertire? Cara Rai, sii seria, ridacci le canzonette e il divertimento. Ti promettiamo che non crederemo più a Eco, sempre inteso come Umberto.


23/02/1999