- Milano
- Dipartimento di Storia moderna e contemporanea
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- 2000
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Troppi miliardi, questo calcio non diverte più
Scriviamola questa cifra: 110.000.000.000. E leggiamola: centodieci miliardi. Ovvero, per usare una unità di misura più vicina all´esperienza comune, centodiecimila milioni. Tanto è stato pagato Crespo dalla Lazio, anche se il calciatore dall´Argentina dice di non sapere. Evviva l´esperienza comune - vien da dire - che una cifra simile fa anche fatica a immaginarla. Evviva perché prova subito l´insensatezza del tutto. Di fronte a una cifra simile, dove rimane il divertimento del calcio? È ancora un gioco quello dove una squadra di serie A finisce per valere quanto la finanziaria leggera del governo Amato? A chi serve Crespo, alla Lazio o a Cragnotti? Sarà bravo, non c´è dubbio, ma pagato tanto finisce per diventare una bestia da circo, un´attrazione da baraccone.
Venghino signori, venghino, dentro lo stadio vedrete due gambe così belle come non le avete mai viste, che valgono cinquantacinque miliardi l´una. Neanche quelle delle gemelle Kessler. E certo sarebbe davvero una delusione se la strafottente città di Roma che assorbe tutto e non s´impressiona di niente si facesse incantare così. Come fossero dei lombardi ingenuoni. E a questo proposito, ma Cragnotti non ha imparato niente da Moratti? Vieri fuori, Ronaldo a pezzi, e di colpo una squadra costosissima come l´Inter che fatica a stare nel giro internazionale e non vince praticamente niente.
Il Ds Folena ha detto qualche giorno fa che la «gente semplice» Moratti lo voterebbe come sindaco di Milano. A parte che se le sue imprese politiche riusciranno come quelle sportive c´è da stare freschi, forse anche Cragnotti la pensa così, che i soldi parlino irresistibilmente alla cosiddetta gente semplice, siano tifosi o elettori. E magari vuol fare pure lui il sindaco di Roma, e si immagina che noi, la «gente semplice», rimaniamo a bocca aperta di fronte a tanto scialo. Speriamo per lui che non gli vada come a quell´altro, il Berlusca, ct nazionale per autodesignazione, quando fece carte false pur di comprare Lentini. Abbagliato da un anno sfolgorante mai più ripetutosi.
Per contrasto viene in mente un onesto pedatore come Manicone che qualche anno fa, a campionato avanzato, piazzato per disperazione in mezzo al campo dalla solita Inter ricca e sciupona, quasi quasi le raddrizzava la stagione.
Come dire che certe volte piuttosto della primadonna ci vuole quello che si sacrifica, non si monta la testa, lavora per la squadra, anzi la fa diventare davvero squadra. Il bello del calcio è che si gioca in undici, che nessuno da solo può far tutto, e che anche il campione se non sa stare nel collettivo serve a poco. Non snaturiamo questo bel gioco creando dei mostri col cartellino dei miliardi attaccato ai calzoncini. Che sono un po´ offensivi per tutti noi. Cragnotti, e Moratti pure, lasciateci divertire. Se avete tanti soldi cercatevi un altro sport. Per Luna Rossa 90 miliardi li possiamo capire, 110 per il pallone no.
12/07/2000