Università Cattolica del Sacro Cuore

Arrotondiamo (al rialzo) pure gli stipendi

Campagne di pubblicità e informazione prima; presentazione ufficiale due giorni fa; distribuzione, attualmente in corso, blindata e segreta per ragioni di sicurezza di banconote e monete. Insomma l´euro si avvicina e fioriscono i primi business, come si dice, legati al cambio di moneta, calcolatrici con la funzione per la conversione automatica della lira in euro in testa.

Sembra che mai nella storia sia accaduto un cambio di moneta. E invece gli esempi non si contano. Basti pensare a quando si fece l´Unità d´Italia e di colpo scomparvero ducati e tarì e al posto di otto monete ce ne fu improvvisamente una sola. Eppure, fra i tanti problemi di cui si parla a proposito dell´unificazione, mai ho visto citato quello del cambio. Nemmeno dai lumbard più accaniti di quando sognavano l´indipendenza. Sarà che l´economia monetaria era meno importante di oggi, sarà che c´erano problemi più seri di cui occuparsi, ma sembra che dell´unificazione sotto la lira italiana nessuno abbia sofferto troppo.

O almeno non per la difficoltà di farci i conti. E se ci riuscirono quegli analfabeti e “rusticoni” dei nostri antenati non si vede perché noi - muniti per di più delle macchinette elettroniche - dovremmo soffrire tanto da farne un problema che non si riassorba in qualche mese. Alla fin fine, quando andiamo all´estero, impariamo alla svelta a calcolare in franchi, sterline, pesetas e dollari. E però forse la faccenda non è davvero così semplice, e qualche problema realmente c´è.

Lasciamo perdere il caso del sottoscritto che nei giorni scorsi rimase stupitissimo di quanto poco costassero quest´anno i vini al ristorante dell´albergo in Francia e si concesse i migliori nettari di Bacco prima di scoprire che tali cifre… erano, per l´appunto, indicate non in franchi ma in euro. E in realtà non dev´essere solo una questione di correttore automatico se il computer voleva cambiare a tutti i costi “stupitissimo” in “stupidissimo” nella frase precedente. L´italica inclinazione a immaginarsi furbi e cogliere l´affare aveva fatto in effetti un´altra vittima.

Non troppo dispiaciuta in verità, perché se tutte le sofferenze fossero come questa si potrebbe star comunque contenti, e soffrire di gran gusto ogni tanto. Ma non sempre le cose vanno in questo modo. Se quel ristoratore - per venire incontro evidentemente alla molteplicità di Paesi dei suoi clienti e avvezzarli alla moneta unica - aveva pensato di aiutarli scrivendo in euro il prezzo dei vini, così sembra che eguale sollecitudine stiano pensando di dimostrare in tanti l´anno prossimo arrotondando i prezzi. Perché obbligare il povero utente a calcolare in centesimi il costo del biglietto dell´autobus? Portiamolo a un euro e non parliamone più. Lo si è proposto a Bergamo, ma anche a Milano e Torino circola la stessa idea. E se ci pensano le pubbliche autorità, volete che i commercianti e dettaglianti rimangano indietro? I peperoni a 3.500 al chilo? Ma via che senso ha scrivere 2 euro e 81 centesimi, scriviamo 3. La differenza è poca e crepi l´avarizia.

Quella altrui s´intende. In realtà non sarà così facile arrivare a tanto. Perché - secondo l´aureo motto nazionale “Accà nissciuno è fesso” - messi sull´avviso contratteremo non solo i centesimi ma i millesimi di euro. Però, diciamocelo, sarà una battaglia estenuante, e alla fine perdente perché col tempo la comparazione diventerà impossibile. Ma una soluzione forse ci sarebbe. Arrotondano prezzi e tariffe per venirci incontro e semplificarci la vita? Benissimo, gliene siamo grati. E tanto più lo saremo se arrotonderanno al ribasso piuttosto che al rialzo, secondo un´ipotesi che però - chissà perché - nessuno sembra prendere in considerazione. Non si vuole nemmeno questo? Ebbene, almeno arrotondino al rialzo anche stipendi e salari.

Si guadagnano, poniamo, due milioni e mezzo al mese, ovvero euro 1.291,322? Scriviamo 1.300. Ma fanno più di duecentomila lire di aumento nascosto l´anno? Un aumento quasi da rinnovo contrattuale almeno come lo sogna la parte padronale? E allora? Che mai sarà una piccola mancia per farci sentire tutti più contenti ed europei?

01/09/2001