Università Cattolica del Sacro Cuore

Gente stupita dalla propria grandezza

Un paio di settimane fa sono stati dichiarati beati i coniugi Maria e Luigi Beltrame Quattrocchi. I commentatori, per trovare esempi simili, hanno dovuto risalire ai primi secoli della cristianità, e così per un giorno la novità del caso ha tenuto banco un po´ su tutti i giornali.

La santità, si sa, come il bene, fa molto meno notizia del male ma è del tutto comprensibile, alla fine, anzi tranquillizzante, che sia così. Perché vuol dire che è il male ancora l´eccezione, sono la malvagità e l´ingiustizia a destare scandalo e sorpresa, non l´agire normalmente orientato da quell´amore costante e umile, senza pretese e vanità che già San Paolo sospirava, e che tante volte nemmeno è cosciente di sé. Tanto che - come profetizza il Vangelo in uno dei passi più belli e umanamente esaltanti - coloro che saranno chiamati beati per aver compiuto il bene, quelle che una volta si insegnavano “le opere di misericordia spirituale e temporale”, si chiederanno stupiti quando hanno fatto tutto ciò.

Fa un po´ sorridere allora la sorpresa dei commentatori nel trovare che i coniugi Beltrame Quattrocchi si scrivevano appassionate lettere d´amore, le quali, certo con stile e riserbo per noi datati, esprimevano una tumultuosa pienezza di sentimento. Così come sorpresa avevano destato lettere consimili scritte da un maturo Alcide De Gasperi alla futura moglie e pubblicate qualche tempo fa dalla figlia.

Come se un matrimonio cristiano dovesse essere austero e freddo, come se l´umana passione amorosa gli dovesse essere estranea e il corpo in esso castigato. È vero che i medesimi commentatori erano in qualche modo invitati a simili considerazioni dalla vicenda stessa dei coniugi Beltrame Quattrocchi, i quali, a un certo punto della loro vita in comune - e avevano già avuto quattro figli -, decisero di separare i loro letti, e dalla previsione che fra le coppie di cui si preconizza la prossima beatificazione vi sia quella di Jacques e Raissa Maritain, i quali pure dopo alcuni anni di matrimonio compirono la stessa scelta. Le strade attraverso cui si compie la donazione di sé all´altro nella comune tensione a un bene illuminato dal Vangelo possono essere tante e senza dubbio ci sta anche questa.

E tanto più ci stava in un tempo storico che, per ragioni esse stesse storiche, tendeva a graduare nelle sue meditazioni la santità col parametro della verginità, molto più se consacrata, stravolgendola talvolta quasi in un´ossessione generale, come a significare, paradossalmente, una assenza piuttosto che una pienezza di vita. Se ne dà, come spesso nelle questioni di storia del Cattolicesimo, la colpa al Concilio di Trento da cui solo il Vaticano II ci avrebbe liberati. In realtà, io credo, fu soprattutto dalle rielaborazioni ottocentesche delle idee del Tridentino, rielaborazioni fortemente influenzate da una nuova sensibilità borghese di radice protestante, produttivistica e timorosa dell´incontrollabilità della passione amorosa, che il Vaticano II ci “liberò”, e non solo in questo ambito. Ma il discorso ci porterebbe lontano, anche se prima o poi lo si dovrà pur affrontare organicamente. Quel che importa oggi dire è piuttosto che in questo additare nell´esempio dei coniugi Beltrame Quattrocchi la capacità di vivere in modo straordinario la quotidianità sono semmai altri gli elementi da sottolineare.

Uno per tutti. Il fatto che non furono in alcun modo al di sopra del loro tempo, nemmeno quanto a coscienza politica. “Tranquillamente filofascisti” sono stati definiti, forse anche esagerando, fino alle leggi razziali del 1938, quando cominciarono a maturare quel rigetto del regime che li portò - non per scelta politica contingente ma per più profonda e incontornabile ispirazione cristiana - a compiere un atto dovuto alla fedeltà alla propria vocazione, ad aiutare cioè, con rischio della vita, e certo senza spavalderia, durante l´occupazione nazista, ebrei e perseguitati a salvarsi.

Oggi sarebbe quasi certamente impossibile conformarsi a un regime totalitario in buona coscienza. Allora molto meno, almeno in Italia e in determinati contesti. Ma il punto da sottolineare è proprio questo. Non esistono parametri meramente umani che possano definire permanentemente la santità, nemmeno quello politico come è parso a taluno in anni recenti enfatizzando, come allora la verginità, oggi un qualche politicamente corretto.

La santità cristiana, seguendo lo Spirito, come il vento soffia dove vuole e scombina i progetti e le certezze di chi osserva, e persino di chi ne compie le opere trovandole come naturalmente inevitabili per sé, sebbene impegnative. Ed è probabile che quasi tutti quei santi anonimi che oggi la Chiesa onora siano della innumerabile e gloriosa schiera di coloro che han ritenuto di aver compiuto in vita solo la loro parte, e stupiti si sono chiesti, nel momento dell´incontro eterno con il Creatore: “Ma Signore, quando abbiamo fatto invece queste cose straordinarie?”.

01/11/2001