Università Cattolica del Sacro Cuore

Il laureato perde il dott. e il Cavaliere è diventato operaio

Le riforme avanzano e un nuovo importante passo è stato appena suggerito. Il titolo di dottore sia riservato solo ai medici e ai ricercatori. Come in tutta Europa, perbacco. Vogliamo sempre farci notare? Adesso che ci avviamo al “tre più due più due”, cioè laurea breve, quella di specializzazione e dottorato di ricerca, solo agli ultimi sia riservato l´agognato titolo.

E magari come nel mitico mondo anglosassone parleremo pure noi per questi ultimi di “piec-di” ovvero di “philosophiae doctor”, come nel Medioevo, anche se il dottorato l´avranno fatto in informatica. Per gli altri, certo, in un Paese che considera “egregio signore” il giusto inizio per una lettera di insulti, l´assenza del “dott.” davanti al nome qualche problema lo porrà. Si sentirà freddo senza quella copertina. Per non parlare dell´imbarazzo del posteggiatore e del barista. Come ci si rivolgeranno? Ci diranno “laureato, ecco il suo caffè”? Giolitti diceva che un sigaro e una croce di cavaliere non si negano a nessuno. Immaginarsi il titolo di dottore.

Non impegna chi lo dà e non offende chi lo riceve. Ne sentiremo la mancanza. E poi chi avrà la laurea specialistica dovrà confondersi con quelli della sola laurea breve? O, all´uso tedesco, questi ultimi li chiameremo “magister” (gi dura, prego)? Ovvero “magister artium”, come il primo gradino della laurea medievale? Ci sarebbe anche baccelliere. Ma ricorda troppo i legumi. Oppure, visto che l´inglese è la lingua franca del presente, ci sarebbe mister. Ma è troppo tardi. È diventato il titolo professionale degli allenatori.

È vero che se siamo tutti in potenza commissari tecnici della Nazionale, siamo anche tutti possibili mister, ma dubito che la soluzione possa prender piede.

Anche cavaliere in effetti è pregiudicato. Ce n´è già uno per antonomasia. Per la verità adesso si presenta anche come operaio, sui manifesti, ma - mi consenta - non sarebbe bello approfittarne per scippargli il titolo. Qui sta nascendo un problema non da poco. Per noi e per i nostri figli. Altro che mucca pazza. Aspettiamo presto un intervento del dott. prof. Giuliano Amato che ci illumini sul futuro.

E se lasciassimo perdere, e ci occupassimo dei problemi veri? Eh, caro dottore, in un tempo illuminato e riformatore come il nostro sarebbe troppo semplice, troppo.

01/02/2001