Università Cattolica del Sacro Cuore

Il pulpito del dottor Sottile

Amato due. La vendetta. Dopo aver illustrato con piglio da leader nella conferenza stampa di fine d´anno i meriti del suo governo e dato lezione a tutti su come in politica si ´venda´ al meglio la propria merce, con intelligenza e brillantezza da vero uomo immagine, nell´intervista di ieri a “La Repubblica” il presidente Amato, forte dell´incontestabile risultato mediatico appena conseguito, ha voluto prendersi qualche soddisfazione e maramaldeggiare un poco. Innanzitutto sui compagni d´avventura che gli hanno preferito Rutelli.

E allora, fingendo di prendersela soprattutto con il Polo, ha picchiato duro sulla coalizione di centro sinistra “frammentata e babelica”, sulla incapacità della stessa di far fruttare a proprio vantaggio i “favori crescenti” che l´azione del governo incontra nell´opinione pubblica, sul protagonismo rissoso dei partitini incapaci di far decollare davvero la Margherita, sullo stesso Rutelli, implicitamente accusato di non aver capacità di leadership, e velenosamente sostenuto nella sua campagna elettorale con la frase “a questo punto possiamo solo sperare che l´immagine di Rutelli, giovane e simpatica, possa prevalere su tutto: partiti, fiori e quant´altro”.

E ci possiamo immaginare quanto il giovane e simpatico candidato possa aver apprezzato. Ma Amato ha voluto fare i conti anche con chi, proprio nella sua trionfale conferenza stampa, non si era genuflesso abbastanza rapidamente di fronte all´icona della sua autorevolezza. E poiché al suo livello non poteva prendersela con un giornalista e nemmeno con il troppo modesto bersaglio rappresentato dalla testata per la quale l´indisciplinato e irrispettoso lavora, cioè “Avvenire”, ha pensato bene di mirare direttamente al bersaglio grosso. E ha dato lezione anche alla Chiesa, modestamente mettendosi dal punto di vista di Nostro Signore.

Finora le barzellette sulla presunzione d´onnipotenza erano riservate a Berlusconi (come quella nella quale il Padre Eterno dopo avergli permesso di riorganizzare il Paradiso si chiede perché debba fare lui il Vicepresidente), ora si potranno legittimamente riciclare anche per Amato. Già, perché il dottor sottile per non smentirsi ha dato lezione di tattica e di strategia, di teologia e di scienza. Pazienza se così facendo ha un poco confuso i piani, e ridotto la ricerca della verità a questione di opinione.

L´importante era dimostrare che lui, se non il Paradiso, almeno la Chiesa la saprebbe governare con maggior successo, perché più furbo, degli attuali gerenti. Tutto era nato da una domanda sulla pillola del giorno dopo e il rifiuto della sua liceità da parte della Chiesa. Amato dice la sua sul momento di formazione della vita -che sarebbe quello dell´annidamento- e fin qui nulla da dire. E´ una opinione che la Chiesa non condivide, ma Amato, che la attribuisce a Nostro Signore stesso, è libero di sostenerla e di informare ad essa le sue scelte politiche.

Quel che non va è dove avanza il sospetto, neanche tanto implicitamente, che la Chiesa sia in malafede a sostenere un´idea diversa e, non contento, la ammonisce che, così facendo, il suo insegnamento non sarà seguito -perché, aveva spiegato sopra, “anche le persone religiose hanno imparato a ragionare con la propria testa”- e così “alla fine il danno lo subirà il magistero spirituale della Chiesa”. Evidentemente a forza di orientarsi coi sondaggi Amato si deve esser convinto della saggezza di quell´ironica massima per la quale “sono il vostro capo, dunque vi seguirò”.

Questo potrà funzionare per restare al governo, ma la fedeltà a una verità fondata sulla parola di Dio, è un´altra faccenda. Non si misura con l´audience. E Amato riconoscendo l´incapacità della Chiesa a deflettere da ciò che crede vero per trovar maggior consenso le ha fatto, senza volerlo, un grande complimento e reso testimonianza. Certo, anche la Chiesa è sempre inadeguata rispetto alla verità divina, e servire la verità significa anche continuare umilmente a cercarla, vuoi nella conoscenza scientifica, vuoi nella riflessione teologica e antropologica cristianamente orientata, senza presumersene mai padroni. Ma col marketing politico tutto questo non ha niente a che spartire.

04/01/2001