- Milano
- Dipartimento di Storia moderna e contemporanea
- Carte Mozzarelli
- 2001
- Le distrazioni zuccherine di Sgarbi
Le distrazioni zuccherine di Sgarbi
Per fortuna in questi giorni sospesi e angosciosi c´è qualcuno che ci offre volenterosamente delle belle distrazioni. Prendete il sottosegretario dott. Sgarbi. Non contento di girare per l´Italia dispensando consigli su altari pisani e rondò mantovani, tanto per dirne due, e di promettere finanziamenti a destra e a manca, con simpatica munificenza tutta da verificare alla prova dei fatti, ha trovato il tempo per fare pure l´attore.
Per qualche nobile causa voi penserete, per una campagna di pubblicità progresso sul nostro patrimonio culturale, per sollecitare gli italiani all´arte e alle historie. Ma no, per vantare le qualità dello zucchero dell´Eridania. Certo, le giustificazioni non mancano. L´Eridania è nata a Ferrara o dintorni, e Sgarbi ha voluto dimostrare tutto il suo attaccamento alla propria piccola patria; e poi se Berlusconi racconta le barzellette in Consiglio dei ministri, un sottosegretario semplice deve far di più.
Anche perché c´è un´illustre tradizione culturale che ha rivendicato, Zavattini per ultimo, il “lasciatemi divertire”. E magari guadagnare qualcosa, unire l´utile al dilettevole. Bisogna pur pensare al futuro, a quando non si potrà più giocare al bello e fascinoso, a quando il ciuffo ingrigirà, le donne si volteranno dall´altra parte, nessuno chiederà comparsate televisive e le provocazioni della maleducazione esibita avranno annoiato.
Però, via, questo convince. Sgarbi è troppo intelligente per ridursi a simili miserie. Le sue motivazioni devono essere state più nobili. Deve aver pensato Sgarbi: non si chiamerà per niente casa delle libertà, vorrà dire che ciascuno è libero di far e dire quel che vuole. E una volta mostrata la libertà agli italiani, negarla proprio ai politici sarebbe un controsenso. Essi anzi devono dare il buon esempio. Eccolo allora apostolo della leggerezza, banditore della dolcezza di vivere (lo zucchero infatti), propugnatore della sprezzatura.
Ma sì, dev´essere andata così. E diciamolo, la verità vera è che Sgarbi è un martire della causa. Sarebbe tanto volentieri rimasto nell´oscurità e in contegnoso riserbo a occuparsi dei mille problemi del ministero, a coadiuvare il suo ministro, a studiare pratiche, ma essendo un generoso tutto questo non gli bastava.
Doveva fare di tutto, e di più. Andare oltre. Essere una persona seria non gli bastava. E così si è sacrificato. Forse addirittura in Consiglio dei ministri l´hanno chiamato e gli hanno detto, vai avanti tu. Abbiamo le lacrime agli occhi per tanta dedizione, per un uomo che per le idee in cui crede è pronto a sembrare sciocco e superficiale. E dal profondo del cuore gli diciamo, basta, hai già fatto troppo, non farti sfruttare così. Che le faccia il ministro Tremonti le pubblicità, e se non è capace che impari. Basta vedere come c´è riuscita persino Famiglia cristiana. Dev´essere lo spirito dei tempi: leggerezza, disinvoltura, andatura sbarazzina.
Devono essersi consigliati con quei preti che discorrendo buttan lì allusioni al sesso per sembrare più aperti. Non siamo tutti casa e chiesa spiega infatti lo spot televisivo che vuol promuovere la rivista. Forse a questo punto si potrebbe cambiare anche il nome. Famiglia cristiana sa certamente di vecchio, meglio “Affettuosa Amicizia”, più moderno, e politicamente corretto, disponibile per tutti e lontano da casa e chiesa. Mi viene in mente il giornaletto cattolico della mia infanzia, “Il vittorioso”. Anche allora a un certo punto si cambiò. Mutò il formato e si abbreviò in “Vitt”. Chiuse egualmente.
Che il problema non sia di travestirsi o rincorrere le mode ma di essere meglio se stessi? Chiediamo un parere a Sgarbi, anzi, visto che ci siamo, ingaggiamolo per un´altra bella serie di spot. Chi meglio di lui può spiegarci cosa significa non esser tutto casa e chiesa?
27/09/2001