Università Cattolica del Sacro Cuore

Adesso i maestrini imparino a perdere

“Les dieux s´en vont”. Oddio gli dei: diciamo i semidei, gli eroi di una breve stagione, le meteore insomma del 1998-2000. I francesi tornano a casa, senza nemmeno un gol da rivedere, senza poter recriminare sugli arbitri, lamentare l´assenza dei propri fuoriclasse, eccepire la mala sorte. Senza insomma poter fare quel che altri potrebbero fare domani pomeriggio. Ma no, noi siamo diversi. Noi in fondo ci arriviamo. Poi magari non si vince, ma anche questa maledizione non potrà durare in eterno. E loro la propria parte comunque l´hanno già avuta, anche grazie a quel guardalinee danese l´altra volta. Aveva ragione il buon principe Amleto. C´è del marcio in Danimarca. Anche del buono però, vista la partita di ieri con la Francia. Si sa, i francesi possono essere molto simpatici, ma la tentazione di farla da maestrini con loro è sempre in agguato. Mai sentito un´intervista a Platini? È che la sindrome della grandeur li perseguita e angoscia. Così è stato che in un Paese dove lo sport nazionale è il rugby, in tempi di magra vanno bene anche i campioni del mondo di calcio, e quelli d´Europa tanto più se da maestrini l´hanno fatta con noi. Che bello dover solo esser pronti alla morte - che tanto prima o poi…, e anche schiavi di Roma - che son cose del passato. Ma dover marciare come ragazzi, e andare a formare tutti i giorni i battaglioni, e far scorrere il sangue dei nemici come reclama La Marsigliese, è un altro paio di maniche, è faccenda molto più impegnativa. E quando va male molto peggiore. E allora, via consoliamoli un po´ i cugini d´Oltralpe. Ovvero prendiamoci il sottile perfido piacere della virtuosa magnanimità. Era una bella squadra quella francese, una squadra miracolo, che ci ha fatto divertire (anche), e poi multicolore e interrazziale. Unita, anche se non tutti la cantavano la Marsigliese. Che vien da pensare a quanto strepitosa potrà essere fra vent´anni un´Italia con un pari apporto di figli di immigrati. E le sue soddisfazioni se le è prese. Ancora poche per la verità rispetto alle nostre, ma si faranno col tempo, forse. Intanto hanno un ottimo campionato. Perché i senegalesi, che il turno l´hanno passato, giocano tutti in Francia e da loro qualcosa possono intanto imparare. Certo, se in cent´anni di calcio hanno vinto così poco, e tutto in una volta, il calcolo delle probabilità è contro di loro. E Marianna poi cosa ne capirà di calcio. Oh, sulle donne francesi niente da dire, ma volete mettere lo stellone italiano, buono per tutte le situazioni? Anche se forse era acqua di Lourdes quella che si versava sulle mani Trapattoni nel finale di partita. Troppo poca, tant´è vero che Totti ha preso solo il palo. Ma la laica Republique a certi mezzi non può nemmeno pensare. E i risultati si vedono, perbacco. Va bene, Dio non paga il sabato, e magari nemmeno il giovedì. Ma insomma qualcuno dei nostri domenica è andato pure a Messa, e gli altri non avranno proprio potuto. Fuori anche la Polonia, che poteva essere raccomandata fortemente ma da ultimo s´è fatta un po´ troppo laica, non ci dovrebbero essere interferenze, col Messico tradizionalmente anticlericale poi. E quanto ai francesi, visto che siamo cugini, possiamo cercar di vincere anche per loro, che ne saranno tanto contenti. Stanno già formando dei battaglioni sul Moncenisio, dite? Ma no, via scherzavo. Vive la France, a casa sua, e l´Italia in Giappone.

12/06/2002