- Milano
- Dipartimento di Storia moderna e contemporanea
- Carte Mozzarelli
- 2002
- Il politico cancella la satira. E vince lo spot
Il politico cancella la satira. E vince lo spot
Una volta era la sinistra a raccomandarsi di non cadere nelle provocazioni. Adesso dovrebbe essere il centrodestra, così permaloso da non tollerare le caricature di Berlusconi, Bossi e Fini come cornice nella messa in scena de Le Rane (di 24 secoli fa) di Aristofane al teatro greco di Siracusa da parte del regista Ronconi. E si legge del locale proconsole polista Miccichè il quale sdegnato col regista se ne va dal pranzo dove entrambi si trovavano, e di tese riunioni di tecnici e regista per decidere che fare, e alla fine scegliere di chinare il capo e togliere pannelli e caricature. Così che le parti in commedia siano tutte rispettate e lo spettacolo, quello mediatico e nazionale, possa andare una volta di più in scena. Il piccolo potente ignorante (è di destra, no?) che avvilisce l´arte, e l´artista ribelle (è di sinistra lui) che si umilia pur di salvare lo spettacolo e il pane dei suoi collaboratori. Perché il teatro è notoriamente la più statalmente sovvenzionata delle arti. Miccichè, Miccichè, ma il ridicolo in cui annega uno Sgarbi sopra le righe non le ha insegnato niente? Pare che persino Taricone, il palestrato del Grande Fratello stia prendendo lezioni di cultura, e un quasi ministro, sia pure di caldo sangue siciliano, teme di non essere abbastanza uomo se invece di gonfiare i muscoli prova a ragionare? Che poi la dolce Prestigiacomo è costretta, poverina, a imitarlo - dicono ancora le cronache -. Mentre il geniale Ronconi davvero ha bisogno di dimostrarsi fiero democratico con tre caricature scontate e tutto sommato più furbe che feroci? Sarà che Le Rane in realtà è una commedia buonista e moralista, col suo invito alla concordia cittadina, alla restaurazione degli antichi valori, la difesa della patria, il comando all´arte a far migliori i cittadini, la condanna dei cattivi politici - aristocratici come Alcibiade, popolari come Archedemo -, la messa alla berlina degli omosessuali e degli stranieri ultimi arrivati, il rispetto per i bennati e bene educati, e le loro signore. Con Eschilo chiamato sulla scena a dichiarare, roba da anni Cinquanta in chiesa e in sezione, “il poeta deve nascondere il male, non svelarlo e portarlo sulla scena. … Noi abbiamo il dovere, assolutamente, di dir cose oneste”. E Socrate accusato di chiacchierare a vuoto e di non capire l´arte tragica, tant´è vero che è amico di quel corruttore di Euripide giudicato peggior poeta rispetto al tanto elevato e per bene Eschilo. Così che insomma, un artista abituato a stupire ed emozionare come Ronconi forse si è trovato in difficoltà pure lui e ha ceduto alla tentazione della scorciatoia capace di garantire un facile consenso, e di distrarre comunque il giudizio da teatro, scena e attori. O invece non è così e quei mascheroni ci volevano proprio. E senza aver visto lo spettacolo non possiamo proprio dire se sì o no. Ma mettiamo pure che le malizie appena dette sul regista corrispondano tutte al vero, anzi che le cose stiano ancora peggio, che proprio la si sperasse la polemica per tornaconto personale e politico. Ebbene, il comportamento dei politici di centrodestra rimane inaccettabile e sarà bene per tutti che con la facoltà di critica, educata e faziosa, intelligente e stupida, colta e volgare, imparino presto a convivere. Non dico che come Andreotti sappiano addirittura rovesciare la presa in giro a loro vantaggio, ma almeno evitino isterie e piccole soperchierie, imparino un po´ di sprezzatura, avrebbe detto il conte Baldassarre Castiglione, la capacità insomma di saper sempre fare e dire la cosa giusta al momento giusto, che così sì che conquisteranno autorità, e non stilando pubbliche liste di proscrizione artistica o giornalistica o censurando la satira. E magari leggano. Anche Le Rane, là dove ce la si prende con l´uomo politico che “rosicchia la mercede ai poeti perché l´hanno messo in ridicolo nelle feste nazionali di Dioniso”, che si vede che il vizio è vecchio, e ancor più dove si proclama “beato colui/ che ha intelligenza acuta:/ da molte cose si può vedere./ E questo qui, che s´è rivelato saggio,/ a casa torna di nuovo/ per il bene dei cittadini,/per il bene dei propri parenti e amici:/perché è intelligente”.