- Milano
- Dipartimento di Storia moderna e contemporanea
- Carte Mozzarelli
- 2002
- Una sonora fischiata ai signori del pallone
Una sonora fischiata ai signori del pallone
Dice una vecchia massima che si danno buoni consigli quando non si possono più dare cattivi esempi. Fino a due giorni fa sembrava perfetta per il mondo del calcio. Quegli stessi che avevano drogato il mercato con ingaggi ogni anno al rialzo, che avevano sfidato il rischio della crisi immaginando di poter correre più veloci dei debiti attraverso il richiamo dei campioni sugli spettatori televisivi e sui tifosi allo stadio, e moltiplicato le occasioni per scendere in campo anche a costo di logorare il fisico dei giocatori; quegli stessi che avevano imposto la destrutturazione televisiva della domenica calcistica tra anticipi e posticipi riducendo la trasparenza del campionato; quelli infine che già vagheggiavano un supercampionato europeo per rastrellare altro denaro a scapito delle squadre di serie minori; quelli, i grandi club che dominano la Lega Calcio, insomma, messi in difficoltà dal rifiuto della Rai di continuare a reggere il loro gioco avevano scoperto lo stato di crisi del calcio e se proprio non si erano cosparsi il capo di cenere, pure l´avevano abbassato e avevano dovuto accettare di scendere a trattare con i club minori, anche a costo di ritardare la partenza del campionato; avevano mostrato comprensione, magari un poco pelosa condendo la carota con il bastone delle minacce, per i problemi di questi ultimi, avevano invitato a sopportare uniti i sacrifici, avevano promesso per sé, e con più forza degli altri, moderazione e austerità, buon senso e conti in ordine. La Fiorentina, società con una dirigenza isolata, e a pezzi per demeriti propri, obbligata a ripartire dalla C2 per inadempienze finanziarie, aveva fornito l´occasione più ghiotta per dimostrare in anticipo che la legge è uguale per tutti e che i tempi del pressappochismo erano finiti. Ancora la settimana scorsa Berlusconi come presidente del Milan aveva saviamente ammonito che Nesta costava troppo, che non si potevano fare follie, ecc. ecc. Ma poi, com´è o come non è, eccoti Nesta al Milan per tutti quei soldi che prima non si potevano più spendere, e una girandola di milioni di euro e di calciatori per sistemare la questione Ronaldo. E pazienza se ci sono da stiracchiare anche i tempi di chiusura del calciomercato per concludere gli affari e registrare i contratti. La massima antica va dunque aggiornata così: si danno buoni consigli fino a quando non si possa tornare a dare cattivi esempi. E tanto peggio per chi nel frattempo ci ha creduto. Va bene, si dirà, ci stanno rovinando la domenica e il piacere del calcio, come il doping ci ha rovinato quello per il ciclismo. Vorrà dire che ci dedicheremo al golf o al cricket, e come in Inghilterra potremo seguire alla televisione il campionato di freccette. Sì però, proprio come la crisi del ciclismo, anche quella di credibilità del calcio e dei suoi ipocriti signori, siano rappresentanti di Lega e grandi club come Galliani o capricciosi campioni che, come Ronaldo, fingono autoriduzioni di uno stipendio che contano di rifiutare, ci dice qualcosa di più. Là era il disprezzo per la vita umana sacrificata consapevolmente al guadagno, era la parabola rivista del faustiano patto con il demonio in provvisoria veste di chimico proposto a giovani illusi di poter alla fine sfuggire al prezzo pattuito per il successo, qui è l´arroganza dei ricchi e potenti convinti che a loro tutto sia concesso, che “gli altri”, cioè tutti noi, siano più stupidi di loro e delle loro evoluzioni e capriole sempre e comunque silenziosi e ammirati spettatori. Loro possono anche credere che così vada la vita. Sta a noi però dimostrare che non è vero, sostenendo chi si ribella all´ipocrisia come i presidenti dei club minori, e magari immaginando qualche plebea (diranno loro) ma chiara manifestazione del nostro pensiero, di noi non ricchi ma potenti - che so, una sonora fischiata quando Galliani o altri come lui entrano allo stadio - ma anche rivendicando nella vita quotidiana quella stessa coerenza di discorsi e comportamenti il cui tradimento tanto ci irrita e delude nei padroni del calcio.
02/09/2002