Università Cattolica del Sacro Cuore

2007

Seminario del Prof. Renato GUSEO 23 Ottobre 2007
MODELLING A DYNAMIC MARKET POTENTIAL: A CLASS OF AUTOMATA NETWORKS FOR DIFFUSION OF INNOVATIONS DRIVEN BY RICCATI EQUATIONS

Innovation diffusion processes are generally described at aggregate level with models like the Bass model (1969) and the Generalized Bass Model (1994). However, the recognized importance of communication channels between agents has recently suggested the use of agent-based models, like Cellular Automata.
We argue that an adoption process is nested in a communication network that evolves dynamically and indirectly generates a latent non--constant market potential. Using Cellular Automata we propose a two--phase model of an innovation diffusion process. First we describe a communication network, an Automata Network, necessary for the awareness of an innovation. Then, we model a nested process depicting the proper adoption dynamics. Through a “Mean Field Approximation” we propose a continuous representation of the discrete time equations derived by our nested two--phase model. This constitutes a special non autonomous Riccati equation, not yet described in well--known international catalogues. The main results refer to the closed form solution and to the corresponding statistical analysis for identification and inference. We discuss an application on pharmaceutical drugs.

 

Seminario del Prof. Fortunato 18 Giugno 2007
TEST DI ETEROGENEITA' PER DUE CAMPIONI CON APPLICAZIONE AD UN PROBLEMA DI GENETICA

Il problema in oggetto è originato da un problema di Genetica delle Popolazioni in cui un ricercatore vuole stabilire se la distribuzione fenotipica associata ad un dato gruppo di geni è meno eterogenea (più concentrata) nella popolazione P1 che non nella popolazione P2, avendo come premessa che P1 ha un comportamento socio-culturale che la induce ad essere di tipo endogamico, con pochi scambi genetici con altre popolazioni, mentre la P2 ha un comportamento relativamente meno isolato, tipico delle popolazioni nomadi, con più alta probabilità di scambi.
Da un punto di vista statistico si tratta di effettuare una comparazione inferenziale tra due indicatori di eterogeneità e di studiarne la relativa distribuzione campionaria nell'ipotesi nulla. Ossia testare formalmente H0: Het1=Het2 contro H1: Het1<Het2. La soluzione che viene proposta, di tipo non parametrico di permutazione, ha delle analogie con il problema della dominanza stocastica per variabili categoriali ordinali in cui però l’ordinamento viene guidato dalle frequenze fenotipiche osservate, dando quindi luogo ad un’inferenza del tipo data-driven.
Nella presentazione verranno anche date indicazioni di applicazioni ad altri contesti, inoltre saranno discusse estensioni a C>2 popolazioni e sarà data indicazione anche al problema dell'ordinamento monotono in eterogeneità: Het1<Het2<...<HetC, in cui almeno una disuguaglianza è stretta.

LE STATISTICHE D'ORDINE: ASPETTI METODOLOGICI E APPLICATIVI

Relatore: Prof. Umberto Magagnoli - Università Cattolica del Sacro Cuore

Le lezioni avranno luogo nei seguenti giorni:

Lunedì 18 Giugno 2007 ore 10.30-13.30 *

Martedì 19 Giugno 2007 ore 10.30-12.30 e 14.30-17.30

Mercoledì 20 Giugno 2007 ore 10.30-12.30 e 14.30-17.30

Giovedì 21 Giugno 2007 ore 10.30-12.30 e 14.30-17.30

si terranno in Aula 200 Necchi, 9 secondo piano dalle 10.30 alle 12.30
e in Aula 114 Necchi, 9 primo piano dalle 14.30 alle 17.30
presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore - Milano

* La lezione di Lunedì 18 Giugno 2007 è variata rispetto al calendario proposto per dar modo di partecipare al Seminario tenuto dal Prof. Fortunato Pesarin dell’Università di Padova il 18 giugno alle ore 16.00 presso l’Aula Seminari 114 del Dipartimento di Scienze statistiche

Seminario coordinato dal Prof. Alessandro ROSINA 11 Maggio 2007
PIU' OCCUPAZIONE FEMMINILE E PIU' FIGLI. E' ROSA IL FUTURO DELL'ITALIA?

Introduzione
In Italia, come è ben noto, si fanno pochi figli.Eppure, nonostante ciò, siamo anche uno dei paesi occidentali con più bassa occupazione femminile. Una condizione questa, ancora più paradossale se si considera il fatto che le donne delle più giovani generazioni possiedono titoli di studio più elevati rispetto ai coetanei di sesso opposto. È vero che negli ultimi dieci anni la situazione è un po' migliorata. Ma non abbastanza. Le donne stesse vorrebbero più lavoro e più figli. Il sistema paese ne ha bisogno per migliorare il rapporto tra pensionati ed occupati, destinato ad accrescersi nei prossimi anni come in nessun altro paese occidentale.
Quali sono i fattori - culturali, sociali, istituzionali, strutturali, politici - che mantengono più basse che altrove la fecondità e la partecipazione femminile al mercato del lavoro? Quali gli interventi ed i cambiamenti auspicabili?
Discuteranno su questi temi esperti di varie discipline (economia, sociologia, demografia, psicologia, diritto del lavoro). La tavola rotonda sarà preceduta da alcune relazioni che presenteranno il quadro aggiornato della situazione italiana, sia nelle sue specificità territoriali che nel confronto con gli altri paesi OCSE.
L'iniziativa è coordinata dal Prof. Alessandro Rosina - Dipartimento di Scienze statistiche.

Programma
Saluti Umberto Magagnoli Direttore del Dipartimento di Scienze statistiche, Università Cattolica del Sacro Cuore
Presiede ed introduce Luigi Campiglio Pro-rettore Università Cattolica del Sacro Cuore
Intervento di Mariolina Moioli Assessore alla Famiglia, Scuola e politiche Sociali, Comune di Milano
Relazioni:
Alessandro Rosina, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano
Anna D’Addio, OCSE
Linda Laura Sabbadini, Istat, Roma
Giulia Rivellini, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano
e Rosalia Coniglio, Istat, Lombardia
Discutono:
Daniela Del Boca, Università degli Studi di Torino
Antonella Occhino, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano
Eugenia Scabini, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano
Silvana Salvini, Università degli Studi di Firenze
Chiara Saraceno, Università degli Studi di Torino
Modera Rita Querzè, Giornalista del Corriere della Sera

Seminario Prof. Leonardo Grilli 15 Marzo 2007
MULTILEVEL MODELLING FOR THE EVALUATION OF EDUCATIONAL INSTITUTIONS

Abstract
Part I: what is a multilevel model?
In this part I will introduce the basic multilevel (or random effects, or mixed, …) linear model as an extension of standard linear regression, stressing specification issues and discussing the interpretation of the parameters.
Part II: how a multilevel model can help evaluate educational institutions?
In this part II will first outline the issue of effectiveness evaluation in the educational setting. The key point is that the outcome of a school or university can be measured only through the consequences on the enrolled students, so the outcome heavily depends on student characteristics. Any fair comparison among institutions thus needs an adjustment for the features of the enrolled students. Since the students are nested in educational institutions, the phenomenon has a hierarchical structure calling for multilevel analysis. Indeed, multilevel modelling has the capacity to the isolate the effect of the institution, thus yielding valid measures of effectiveness. Unfortunately, even if multilevel models are theoretically appropriate, their implementation must face several tricky issues such as unobserved variables, measurement error, and choice of functional form. In the final part of the talk I will summarize potentialities and limitations, giving the key references to the specialized literature.
References on multilevel modelling:
Snijders TAB, and Bosker RJ (1999) Multilevel Analysis: An Introduction to Basic and Advanced Multilevel Modeling. London: Sage Publishers.

  • Hox J (2002) Multilevel analysis: techniques and applications. Mahwah, NJ: Lawrence Erlbaum. The first two chapters of Hox’s textbook can be freely downloaded from http://www.geocities.com/joophox/mlbook/leabook.htm

    References on school effectiveness:
  • Raudenbush SW & Willms JD (1995) The estimation of school effects. Journal of Educational and Behavioral Statistics, 20, 307-335.
  • Goldstein H & Spiegelhalter DJ (1996) League tables and their limitations: statistical issues in comparisons of institutional performances. JRSS A, 159, 385-443.

     

    Seminario Prof.ssa Angela Montanari 18 Gennaio 2007
    IL METODO PROJECTION PURSUIT...30 ANNI DOPO.

    Il metodo di analisi multivariata projection pursuit è stato introdotto nella letteratura statistica nel 1974 da Friedman e Tukey, ma solo dieci anni dopo è stato formalizzato in modo compiuto ed esteso oltre i confini della semplice esplorazione dei dati per diventare un criterio su cui fondare la costruzione di modelli di regressione o la stima di densità. Da allora molti sono stati gli sviluppi e ancora aperti sono alcuni temi di rilievo.
    Dopo una panoramica sul passato, che non può prescindere da una attenta descrizione della metodologia e dei sui sviluppi, il seminario proporrà risultati più recenti e introdurrà ad alcuni temi moderni che si ispirano all’idea di fondo del metodo projecton pursuit: la non normalità.