Demografia e statistica sociale

Uno degli eventi decisivi nel processo di transizione all’età adulta è dato dall’ingresso nel mondo del lavoro, che in Italia è reso sempre più difficile dalla persistente congiuntura economica negativa e da una struttura di welfare e del mercato del lavoro che ostacolano un inserimento stabile dei giovani. In particolare, aumenta drammaticamente la percentuale di giovani NEET "Not in Education, Employment or Training", con conseguenze decisive sui percorsi di vita dei giovani e delle famiglie di provenienza che svolgono sempre più la funzione di “ammortizzatore sociale” informale. Le ripercussioni della diffusione dei NEET travalicano tuttavia la sfera materiale e riguardano anche la partecipazione politica dei giovani e il deterioramento delle dimensioni immateriali del benessere, con conseguenze più in generale sul rapporto verso gli altri.
Si analizzano le cause e le conseguenze della condizione di NEET. Fra le cause è analizzato l’effetto del percorso di formazione, del background familiare di origine e del contesto territoriale di residenza. La condizione di NEET e la durata della permanenza in tale condizione a sua volta agiscono peggiorando gli indicatori di benessere e deprivazione materiale e psicologico, contribuendo a rendere cronica la condizione di NEET e ostacolare la conquista di una piena autonomia personale. In questo contesto, l’attività di ricerca all’interno del dipartimento è svolta su progetti di ricerca che realizzano survey longitudinali e inseriti in un network che coinvolge realtà italiane come l’Istituto Toniolo di Studi Superiori e Fondazione Cariplo.
Parole chiave e temi trattati:
NEET, Giovani, Benessere soggettivo, Indagini longitudinali sui percorsi di vita, Rapporto Giovani, Partecipazione sociale.
Persone coinvolte:

Terminare gli studi, trovare lavoro, uscire dalla casa dei genitori, sposarsi e fare figli: se per le generazioni passate di giovani erano questi gli eventi che determinavano, nell’ordine, il passaggio alla vita adulta, oggi queste tappe non sono più così scontate. Si rimane più a lungo fra i banchi, si trova lavoro più tardi, sempre meno frequentemente ci si sposa e di figli se ne fanno pochi e ad età più avanzate. Quali sono i fattori che determinano scelte, intenzioni e comportamenti dei giovani in questo senso? Che corrispondenza tra comportamenti, intenzioni e desideri? In che modo le politiche possono facilitare la realizzazione dei progetti di vita dei giovani?
Particolare interesse è riservato alle intenzioni e alle realizzazioni dei progetti di fecondità: il problema della bassa natalità in Italia (e in Europa) è ormai decennale e si è accentuato a seguito delle ultime crisi economiche e in particolare a quella legata alla COVID-19. Attraverso l’uso combinato di dati delle principali survey europee (es. ESS, EU-SILC, EVS) e delle indagini dell’Istituto Toniolo, gli studi condotti offrono una prospettiva unica riguardo i progetti di vita dei giovani italiani in comparazione ai coetanei europei.
Parole chiave e temi trattati:
Fecondità, Transizione alla vita adulta, Intenzioni, Politiche per la famiglia, Rapporto Giovani
Persone coinvolte:
Daniela Bellani, Francesca Luppi, Alessandro Rosina, Emiliano Sironi

In moltissimi contesti applicativi nasce l’esigenza di aggregare in un’unica misura, chiamata Indicatore Composto (CI), informazioni derivanti da una serie di indicatori elementari. Per la costruzione di tali CI è necessario affrontare alcuni passaggi che sono: 1. scelta degli indicatori elementari; 2. pretrattamento degli indicatori selezionati; 3. scelta di un sistema dei pesi; 4. scelta di una funzione di aggregazione degli indicatori elementari; 5. validazione. La linea di ricerca focalizza l’attenzione in particolare ai punti 2, 3 e 4. Più nello specifico, al caso in cui si suppone che gli indicatori elementari siano variabili ordinali, con il conseguente problema di trasformare dati qualitativi in dati quantitativi utili all’implementazione dei punti successivi. Tra le metodologie che sono state prese in considerazione vi sono diversi metodi di scoring, l’uso degli indici di dissomiglianza per dati ordinali e l’uso del metodo POSET.
Parole chiave:
Indicatori compositi, dati ordinali, Poset.
Persone coinvolte:

L’invecchiamento della popolazione è uno dei principali processi di cambiamento di questo secolo, con ricadute non solo legate alla crescita quantitativa della fascia più matura della popolazione, ma anche ai mutamenti qualitativi che interessano le varie fasi della vita.
Entrambi questi aspetti sono di interesse per l’attività di ricerca del Dipartimento. In particolare vengono studiate le strategie familiari di interscambio e mutuo sostegno nelle varie fasi della vita, il sistema di welfare e l’aumento della domanda di cura in età anziana, i vincoli e le opportunità di occupazione in età matura (compreso il tema dell’Age management, lo studio dell’invecchiamento della forza lavoro e l’analisi delle strategie aziendali per la valorizzazione degli over 55).
L’attività svolta è inserita all’interno di una rete tra università (Lola) e partecipando a progetti di ricerca interdisciplinari (tra i quali: "Non mi ritiro: l’allungamento della vita, una sfida per le generazioni, un'opportunità per la società”, coordinato da Fausto Colombo e “Healthy Ageing and the Labour Market” coordinato da Claudio Lucifora).
Nell’ambito della terza missione è attiva una collaborazione strutturata con “Osservatorio senior” e “Silver Economy Forum”.
Parole chiave e temi trattati:
Invecchiamento, Invecchiamento attivo, longevità, fasi della vita, senior.
Persone coinvolte:

Il progetto si propone di integrare le conoscenze sul fenomeno della disoccupazione giovanile ottenute da metodologia di rilevazione e analisi classiche con tecniche di analisi da Social Media Data, al fine di sviluppare nuove expertise per analizzare i giovani nei loro rapporti con il mondo del lavoro. Si analizza il potere predittivo delle conoscenze derivanti dal comportamento digitale degli utenti (in particolare i Likes alle pagine Facebook e i profili seguiti su Instagram), al fine di stimare non solo caratteristiche sociodemografiche, ma anche personologiche, comportamentali e studi di tipo longitudinale, come ad esempio il possibile ingresso o la potenziale uscita dalla condizione di Neet, con l’obiettivo di attivare maggiormente i giovani in una ricerca efficiente di un lavoro e di mettere in atto e valutare politiche pubbliche di intervento
Parole chiave e temi trattati:
Social Media Data, Social Network, Disoccupazione giovanile, Neet, Misure di Benessere, Valutazione d’efficacia d’intervento
Pubblicazioni selezionate:

La stratificazione sociale incide profondamente sulle disuguaglianze, determinando differenze nei livelli di benessere, di alfabetizzazione e nel sistema dei valori. In particolare, le disparità sociali e la percezione che se ne ha influiscono direttamente sul well-being (benessere), incidendo sia sulla salute fisica e mentale sia sulla stabilità economica degli individui. Inoltre, le disuguaglianze socioeconomiche hanno un impatto significativo sulla literacy nelle sue diverse declinazioni: un basso livello di conoscenza (in termini per esempio di alfabetizzazione e di competenze cognitive) può ostacolare non solo il benessere personale, ma anche la mobilità sociale, ampliando così i divari socioeconomici. Non ultimo, disuguaglianze più o meno ampie influenzano la sfera valoriale degli individui, che si riflette nell’adesione a valori come l’equità, la giustizia sociale o negli atteggiamenti politico-sociali. In particolare, si analizzano le conseguenze della stratificazione sociale su diverse dimensioni di benessere, sulle declinazioni di literacy e sulla sfera valoriale degli individui, usando sia dati internazionali (come PISA ed ESS) che nazionali (Rapporto Giovani e Osservatorio Senior), ed applicando tecniche di natura descrittiva, inferenziale o predittiva.
Parole chiave e temi trattati:
Stratificazione sociale, Diseguaglianze, Wellbeing, Literacy
Persone coinvolte:
Daniela Bellani, Andrea Bonanomi, Elisa Cisotto, Francesca Luppi, Giulia Rivellini, Alessandro Rosina

Ogni persona (ego) è di fatto inserita in una rete sociale formata dall’aggregato domestico, dalla parentela o dall’intreccio di alleanze extra-parentali. Questa rete personale (ego-centered network) può rivelarsi un importante strumento di resilienza che veicola risorse utili a stimolare e rafforzare la capacità di reagire positivamente alle difficoltà e agli eventi critici che si incontrano lungo il proprio percorso di vita. Tale rete può inoltre identificare un livello di analisi gerarchicamente superiore all’individuo, utile a comprendere l’interazione tra i comportamenti individuali e il contesto sociale cui la persona appartiene.
Questa linea di ricerca intende da un lato approfondire quali sono le opportunità offerte dalle fonti statistiche ufficiali per ritrarre ed analizzare con approccio quantitativo l’eterogeneità delle reti di relazioni in cui l’individuo agisce ed è coinvolto attraverso scambi, forme di supporto dato o ricevuto o contatti con parenti conviventi e non, amici, conoscenti.
Dall’altro gli studi condotti e/o in corso intendono mostrare come la tipologia di rete in cui si ritrova l’individuo può modificarsi in base alla fase del corso di vita (giovani/anziani), a caratteristiche socio-demografiche (genere/etnia), a contingenze di periodo (emergenze pandemiche) o a tipologia di welfare regime.
Parole chiave e temi trattati:
Reti sociali; supporto sociale; modelli multilevel; Istat; reti e invecchiamento attivo; reti di supporto per le donne straniere con figli minori a carico; reti sociali e soddisfazione per la vita; isolamento sociale; SHARE; reti e pandemia Covid-19.
Persone coinvolte:
Giulia Rivellini, Emiliano Sironi