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Dipartimento di Scienze religiose
Direttore: Prof. Marco Rizzi
Il Dipartimento
Il Dipartimento di Scienze Religiose è un istituto di ricerca che raccoglie studiosi di storia e letteratura delle religioni, con particolare attenzione a Cristianesimo, Ebraismo, Islam, religioni del mondo classico e con interessi per teologia e liturgia.
Donne e testi sacri, protagonismo femminile e sfide interpretative
Ragionare sull’origine, sulla trasmissione e sull’interpretazione di passi scritturistici che abbiano per protagoniste le donne: questo il focus del convegno tenutosi a Milano il 26 e 27 novembre, con il quale il Dipartimento di Scienze Religiose, diretto dal professor Marco Rizzi, ha invitato a riflettere sulle Scritture fondative delle tre religioni abramitiche e sulla loro ricezione nelle comunità credenti. La citazione paolina scelta come titolo (“Le donne nelle assemblee tacciano” – 1Cor 14,34) è un esempio di come i testi risentano di condizionamenti antropologici, storici, sociali e culturali dell’ambiente in cui si sviluppano; meno evidenti sono invece i meccanismi che condizionano la canonizzazione, la trasmissione e l’interpretazione di passi che fin dalla loro origine rivelano uno scarto rispetto al sentire comune. Le storie di donne ben si prestano a mostrare questi fenomeni: tentativi di “far tacere” alcune narrazioni di protagonismo femminile si registrano in tutte e tre le religioni abramitiche (e probabilmente non solo in quelle), ai vari livelli della storia dei testi.
Progetto transdisciplinare
L’impatto delle trasformazioni tecnologiche sull’attività di ricerca
Progetto coordinato dal Dipartimento di Scienze religiose e finanziato dall’Università Cattolica
Il progetto Cambiamento o trasformazione? Conoscere, comunicare e trascendere nell’era digitale. Per un nuovo umanesimo prende le mosse da una duplice consapevolezza: da un lato, il riconoscimento delle straordinarie opportunità che la tecnologia offre per il benessere, la salute, la prosperità economica e l’equità sociale e culturale; dall’altro, la convinzione che in assenza di direzioni di senso condiviso, l’innovazione tecnologica produce un progresso acefalo e in ultima analisi disumanizzante.
Quanto sta accadendo impatta profondamente su una serie di concetti normalmente utilizzati per descrivere l’esperienza umana, portandoli a subire torsioni semantiche e ridefinizioni teoriche che li conducono in direzioni nuove, spesso contraddittorie tra loro a seconda del contesto d’uso. La tendenza alla parcellizzazione disciplinare del sapere e lo specialismo sempre più marcato della ricerca rischiano di far venire meno un quadro di riferimento condiviso, sia pure a grandi linee, relativo a ciò che si considera l’essere umano e la sua interazione con la realtà circostante, caratteristico della cosiddetta tradizione umanistica.
Il progetto vuole essere una piattaforma di confronto transdisciplinare tra aree di ricerca che, pur caratterizzate da una pluralità di metodologie di indagine, prese nel loro insieme possono offrire osservatori privilegiati da cui analizzare e narrare il processo di cambiamento in atto. Intende sviluppare così un metodo dialogico tra ricercatori e ricercatrici operanti in differenti campi del sapere, capace di individuare i punti di intersezione tra le diverse letture del cambiamento, in modo da definire i bisogni di conoscenza emergenti, le contaminazioni possibili ed auspicabili, le potenziali ricadute a livello sociale e culturale. L’ambizione è quella di dare vita ad una nuova comunità di ricerca, che da una prospettiva condivisa produca opportunità di conoscenza e confronto per rispondere alle sfide di senso originate dal processo di trasformazione sociale, tecnologica e antropologica.
L’ipotesi alla base del progetto è che un simile percorso si articoli nella scansione di: conoscere – comunicare – trascendere, dove conoscere comprende l’attività di ricerca e la ridefinizione dell’oggetto nei vari ambiti disciplinari; comunicare riguarda la fase di messa in comune e applicazione degli esiti conseguiti; infine, trascendere indica il processo di attribuzione di significato, proprio dell’essere umano, che caratterizza l’approccio come “umanistico”, come cioè le due azioni precedenti permettano di porre chi conosce e chi comunica in una relazione più ampia e complessa della semplice somma degli individui e degli oggetti coinvolti.
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Sito YouTube
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