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Convegno annuale REDESM
La Dichiarazione di Marrakech sui diritti delle minoranze religiose nel mondo islamico è stata stilata il 27 gennaio 2016 da oltre 250 Sapienti e intellettuali musulmani sotto gli auspici del Re del Marocco Mohammed VI. Il documento celebra i 1400 anni della Carta di Medina, (622 ca.), la quale garantiva la libertà di professare qualsiasi fede, riaffermando come essa rappresenti un «riferimento per garantire i diritti alle minoranze religiose in terra d’Islam».
Secondo il documento approvato dai convenuti marocchini, la Carta di Medina, stilata dal profeta Maometto attorno al 622 a fondamento di quella che fu la prima statualità islamica della Storia, prevedeva la libertà di culto; essa è dunque «in armonia» con la Carta delle Nazioni Unite e i documenti da essa derivati, come la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Secondo la Dichiarazione di Marrakesh, ogni utilizzo della religione islamica atto alla discriminazione o all’aggressione di minoranze religiose è dunque «inconcepibile» in qualsiasi paese a maggioranza musulmana.
(La Dichiarazione di Marrakesh, Riforma.it, 29 gennaio 2016)
Il Centro di Ricerca Religioni, Diritti ed Economie nello Spazio Mediterraneo (REDESM), che ha sede presso il Dipartimento di Diritto, Economia e Culture dell'Università dell'Insubria, il 30 ottobre 2017 dedicherà il Convegno annuale al tema Dichiarazione di Marrakech, religioni e cittadinanze plurali: riflessioni tra le due sponde del mediterraneo.
In questa occasione Paolo Branca, che è membro del Centro di ricerca, parteciperà al Dibattito su giovani e cittadinanze con rappresentanti politici, accademici e del mondo islamico.