Università Cattolica del Sacro Cuore

Incontro tecnico sulla coltivazione e costruzione di una filiera della Quinoa

Aggiornamenti sulla coltivazione della quinoa in Italia Settentrionale e prospettive di costruzione di una filiera agro-alimentare – Report 2016 –

Secondo incontro Tecnico

Mercoledì 22 Febbraio 2017

ore 9.00 - 13.00
Aula 14 [presso l'ala della Facoltà di Scienze della Formazione]

Università Cattolica del Sacro Cuore
Via Emilia Parmense, 84 - Piacenza


L’incontro è diventato ormai un appuntamento periodico, rivolto agli agricoltori, ai tecnici e agli imprenditori della filiera (molini, tecnologi alimentari, sementieri, ecc.) ed ai ricercatori, per fare il punto sulle prove di coltivazione della quinoa realizzate dal Di.pro.ve.s. dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e dagli operatori dimostratesi interessati negli anni passati a questa coltura alternativa.

L’occasione è particolarmente propizia per:

  • raccogliere le osservazioni
  • interagire con i presenti in merito alle difficoltà riscontrate durante la coltivazione di questo pseudo-cereale.

Il focus di questa 2° giornata sarà quello di analizzare lo stato dell’arte al fine di promuovere la costruzione di una filiera agro-alimentare centrale alla coltivazione della quinoa, alla luce degli sviluppi avvenuti durante l’annata 2016.

L'evento è a partecipazione gratuita previa iscrizione, per motivi organizzativi, all’indirizzo lab.agronomia-pc@unicatt.it

Coltivazione della Quinoa in Italia settentrionale

La ricerca è stata avviata su indicazione della Provincia di Pavia, che ha sostenuto il progetto nel biennio 2013/2015. Un nuovo progetto di ricerca al riguardo verrà presentato nell’ambito dei prossimi PSR e PSL della Regione Lombardia.

Tecnica colturale, aspetti generali

La quìnoa (da pronunciare correttamente così, sul calco spagnolo quínoa o quínua) è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Chenopodiaceae, come le orticole barbabietola e spinacio, o come l’infestante chenopodio. Viene detta “pseudocereale” perché – anche se produce frutti (semi) ricchi di amido e di proteine ad uso alimentare umano – non appartiene alla famiglia delle Graminaceae, come invece i veri cereali quali frumento, riso, mais. Ciò le conferisce in particolare la particolarità, oggi molto di moda, di avere generalmente un basso o nullo tenore in glutine, per cui è particolarmente indicata nelle diete delle persone affette da celiachia.
La quinoa può raggiungere i 3 m di altezza a seconda della cultivar, della fertilità del suolo e delle condizioni ambientali; ha radice fittonante, profonda e ramificata, che le dà una buona resistenza alla siccità. L’infiorescenza è una tipica pannocchia a conformazione lassa (amarantiforme) o compatta (glomerulata). Il frutto è un achenio, di forma cilindrico-lenticolare, che a maturità conserva il calice del fiore. Preferisce terreni di medio impasto e con buona dotazione di sostanza organica, ma soprattutto non sopporta i ristagni idrici. È pianta molto rustica, con basse esigenze nutrizionali e idriche e può quindi rappresentare una valida alternativa di coltivazione anche in zone collinari. La semina è preferibilmente primaverile e precoce (Marzo – Aprile), in righe distanti 15-50 cm, con una dose di seme di 8-22 kg ha-1, interrato a 1-3 cm di profondità. La raccolta avviene in agosto – settembre in funzione della varietà, utilizzando una comune mietitrebbia appositamente regolata.

Origine e diffusione

Originaria della zona andina (altopiani del Perù e della Bolivia), ove era coltivata da circa 5000 anni, ne era stata praticamente abbandonata la coltivazione in seguito alla conquista spagnola e alla sostituzione con altre colture (frumento). Solo nel secolo scorso si è ripreso a coltivarla nei luoghi di origine. Negli anni ’80 è cominciato l’interesse anche nei paesi sviluppati, che è poi esploso dopo il 2013, quando l’ONU lo ha dichiarato «Anno Internazionale della quinoa» e quando la FAO ha indicato la quinoa come una coltura alternativa utile all’umanità per risolvere i gravi problemi di malnutrizione nel mondo.

Prove di adattabilità della quinoa in Italia Settentrionale e nei Paesi in Via di Sviluppo.

Gli obbiettivi principali sono quelli di individuare le varietà di quinoa più adatte alle condizioni pedo-ambientali dell’Italia Settentrionale e di definire la tecnica di coltivazione più adeguata. Le attività di ricerca sono iniziate nel 2014, con 24 varietà in campi di confronto varietale e due varietà coltivate in pieno campo. Nel 2015 sono state testate le migliori varietà del precedente anno, insieme a 5 nuove acquisizioni. Per la parte di ricerca dedicata ai Paesi in Via di Sviluppo, vengono svolte analoghe prove agronomiche in Colombia e in Repubblica Democratica del Congo.

Risultati del 2014.

Solo 12 cultivar, tra le 24 appartenenti alla collezione varietale, hanno raggiunto la maturazione fisiologica. Nel campo di Castelnovetto (PV) la cultivar Real Roja ha prodotto 1040 kg ha-1 di granella secca, mentre a Val di Nizza (PV) si sono realizzate rese di 370 e 448 kg ha-1 rispettivamente per Real Roja e Real Blanca. Nel campo catalogo le produzioni oscillavano dai 106 ai 1290 kg ha-1. Tra i problemi emersi, è da evidenziare la forte competizione con alcune infestanti, in particolare con Chenopodium album, Echinochloa crus-galli e Sorghum halepense, oltre all’attacco di peronospora.

Risultati del 2015.

Nelle prove di pieno campo, la varietà Puno ha prodotto da 640 a 1290 kg ha-1 di granella secca, mentre la varietà Titicaca da 630 a 1900 kg ha-1; entrambe le varietà provengono dal lavoro di selezione genetica di un’università danese. Le altre 5 varietà testate non sono arrivate a maturazione fisiologica. Nella collezione varietale, sono state ottenute produzioni di 4900 kg ha-1 per la varietà Puno e di 5210 kg ha-1 per la varietà Titicaca, mentre per le varietà di origine sudamericana la produzione è variata da 46 a 240 kg ha-1, dimostrando il loro non adattamento alle condizioni italiane.

Le conoscenze attuali e i problemi da affrontare nella coltivazione della quinoa, possono essere così riassunti:

  1. Dei 31 genotipi di quinoa finora testati, quelli provenienti direttamente da Colombia, Perù e Bolivia sono poco (o per nulla) adatti alle condizioni pedo-climatiche dell’Italia Settentrionale.
  2. Per la difesa da parassiti e malerbe, allo stato attuale non c’è nessun agro-farmaco ammesso all’uso sulla quinoa.
  3. Occorre lavorare ancora sull’allestimento di appositi cantieri meccanici adatti alla produzione in pieno campo (semina, diserbo).
  4. In post-raccolta, è necessario individuare le soluzioni tecnologiche per un’efficiente pulitura della granella e per la riduzione del tenore in saponine.
  5. Diventa fondamentale l’organizzazione di una filiera produttiva che vada dal reperimento del seme fino al trattamento di post-raccolta e alla commercializzazione, magari già in prodotti trasformati.
  6. Occorre valutare la convenienza dei due sistemi di coltivazione: convenzionale o biologico, e della loro coesistenza nella filiera produttiva.

Per chi vorrà tenersi informato sulle attività sperimentali, visiti il sito www.facebook.it/quinoateam

UCSC Quinoa Team:
Vincenzo Tabaglio,
Alberto Vercesi,
Cristina Ganimede,
Dora In
és Melo Ortiz